Cosa non devo dimenticare? E il mio corpo come cambia? Quale parto preferire?

I nove mesi di gravidanza sono di sicuro un periodo speciale, ricco di scoperte, attesa e meraviglia, ma anche di molti dubbi, domande e paure. Ha risposto alle nostre domande la prof.ssa Anna Locatelli, mamma di tre ragazzi ormai grandi, direttore del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Carate (in media 1800 parti all’anno, di cui solo il 15 % di parti cesarei) e professore associato all’Università di Milano Bicocca.

Aspetto un bambino: quali sono i 5 sì e i 5 no che non devo dimenticare?

Non sono molti i no, e per lo più hanno un senso positivo perché dobbiamo sempre ricordare che la gravidanza non è una patologia: la donna, in gravidanza, non deve considerarsi malata, non deve smettere di lavorare e può continuare a praticare le attività sportive abituali.
Due divieti assoluti? Fumare (può essere pericoloso per il feto in crescita) e mangiare per due, caricando il proprio corpo di troppi chili (normalmente dobbiamo considerare circa 5-6 chili oltre al peso del bambino): il peso eccessivo può causare diabete gravidico piuttosto che pressione alta, oltre a rendere più difficoltoso il parto.
I sì: assumere da subito l’acido folico, rivolgersi a un centro o consultorio per la gravidanza, informarsi sui test da fare e sulle strutture dove partorire, iscriversi a un corso preparto e chiedere supporto (dalla famiglia agli amici allo specialista).

Durante i 9 mesi il corpo cambia: cosa va considerato normale e per cosa invece devo rivolgermi al mio ginecologo?

I nove mesi sono caratterizzati da cambiamenti che si differenziano dal primo trimestre al secondo fino all’ultimo: stanchezza, sonno, nausea, bisogno frequente di fare pipì, forte sensibilità emotiva (ma non eccessiva tristezza) e lievi dolori all’utero sono normali nei primi mesi, bisogna invece rivolgersi allo specialista se si avvertono dolori più forti e si hanno perdite di sangue fra il terzo e il sesto mese.

Solitamente si sentono i movimenti del bambino a partire dalla 20° settimana, nel periodo finale la preoccupazione per la  riduzione dei movimenti del piccolo può essere comunque utile per riconoscere eventuali problemi per tempo, mentre le contrazioni uterine non dolorose sono da considerarsi normali.

Da ascrivere alla gravidanza, come comuni al periodo, stipsi (dieta e buona idratazione sono di sicuro aiuto), gambe e piedi gonfi, crampi muscolari soprattutto notturni (utile l’assunzione di magnesio), dolori osteomuscolari (ad esempio mal di schiena e sciatalgia) che scompariranno dopo la gravidanza e bruciore dietro lo sterno accompagnato da possibile mal di stomaco (soprattutto nel terzo trimestre).

Alimentazione: devo seguire una dieta particolare? Ci sono alimentati da evitare perché pericolosi per il feto?

La gravidanza può rivelarsi un’ottima opportunità per impostare un’alimentazione più corretta attenta a come e a quello che si mangia. All’interno di una dieta varia vanno evitati carni e insaccati crudi se si è ricettivei per la toxoplasmosi, vanno lavate per bene frutta e verdura (da consumare in buona quantità), bisogna fare attenzione ai cibi crudi e ai latticini non pastorizzati (meglio evitarli). No all’alcool, non esagerare con caffè e tè.(caffè?)

Quali sono le visite di controllo e le ecografie regolarmente previste?

Secondo l’Agenda della gravidanza del Sistema Sanitario Nazionale la prima visita con uno specialista deve essere prevista entro la 10° settimana: in questa sede viene programmata anche la prima ecografia per datare la gravidanza e vengono prescritti gli esami di sangue ed urine, da ripetere con cadenza di 40-50 giorni, inoltre viene prescritto il controllo della glicemia e se necessario il test della curva glicemica per individuare il  diabete gestazionale.

Successivamente è prevista alla 20° settimana l’ecografia “morfologica” durante la quale si possono valutare eventuali anomalie, nel corso della terza ecografia, alla 30° settimana, si valuta la crescita del feto  e se è in posizione cefalica o podalica. Le visite, con cadenza circa mensile,  possono essere effettuate da un’ostetrica se la gravidanza è normale o da uno specialista ginecologo

Quali sono i vantaggi di un parto naturale e quando è invece consigliabile un parto cesareo?

Il parto naturale è sempre vantaggioso sia per la mamma sia per il bambino, per questo sconsiglio di chiedere un parto cesareo a priori perché le indicazioni in tal senso sono rare ( le più frequenti presentazione podalica, placenta previa, estrema prematurità e sofferenza fetale).

Post Parto: va prevista una visita dal proprio specialista? Cosa va controllato?

Dopo 30-40 giorni dalla nascita del bambino è utile la visita di uno specialista, soprattutto in caso di primo parto. E’ un momento ideale per porre domande, fugare dubbi e ricevere informazioni soprattutto se il parto è stato difficile e si soffre sperimentano ancora disturbi.