Alcuni lo fanno di nascosto, altri hanno paura di far male al bambino, o di diventarne schiavi. Perché dormire nel letto dei genitori è ancora un tabù?

Che cosa c’è di più dolce e intenso per una nuova mamma che riempire di coccole pelle contro pelle il suo neonato? Per quanto riguarda il co-sleeping, ci sono diverse scuole di pensiero che mettono in guardia circa i pericoli di questa pratica. Perché questi avvertimenti? Soprattutto perché nella nostra società si parla di cattiva abitudine.

Il co-sleeping è disapprovato e i genitori si sentono in colpa. Nella maggior parte delle culture, neonati e bambini spesso dormono nello stesso letto dei genitori. Solo le culture occidentali moderne, come la nostra, ancora denigrano questo comportamento naturale. Perché dormire nel letto dei genitori è ancora un tabù?

Anche se la pratica di co-sleeping è controversa, sempre più genitori sono convinti dei suoi benefici. In tutto il mondo le famiglie la praticano. Che cosa è in realtà? Si tratta di un’attività che prevede la condivisione del letto tra genitori e bambini.

Grande comfort per la mamma

Il co-sleeping di solito dipende dalle esigenze della famiglia,:ad esempio a volte è considerato tale anche il semplice fatto di posizionare la culla del bambino vicino il letto dei genitori. Di tutte le ragioni che giustificano il co-sleeping, il contatto umano con il bambino è senza dubbio il motivo principale.

Infatti è attraverso la sua pelle che il bambino inizia a conoscere ciò che lo circonda. Il tatto permette al bambino di prendere coscienza del proprio corpo e stabilire le sue prime relazioni con il mondo esterno. Tutti i giovani mammiferi cercano di mantenere questo stretto contatto fisico con le loro madri.  

Per quanto riguarda le madri che praticano l’allattamento al seno, lo spazio ampio nel letto permette un maggior comfort. È una pratica di tutto riposo. La mamma non fa sforzi nel sollevare il bambino e, se le poppate sono frequenti, questa vicinanza permette il dormiveglia e quindi un ritorno al sonno più facile. Ciò contribuisce molto al riposo della madre. Questa pratica inoltre permette alla madre e al padre di reagire rapidamente se il bambino piange, se sta soffocando o se ha bisogno di carezze. Aiuta a regolare il respiro e il suo sonno.

Il trauma della nascita

Non è facile dopo nove lunghi mesi al riparo nella pancia della mamma, ritrovarsi da solo, soprattutto se si è così piccoli! La nascita rimane senza dubbio uno dei più grandi traumi della nostra vita. Anche se oggi sembra lontano, quell’esperienza rimane da qualche parte dentro di noi. Per molti bambini infatti il semplice contatto con il petto materno calma ansie e pianti. Il calore del corpo e il cuore pulsante di una madre servono come conforto e rassicurano il bambino come quando si trovava dentro il suo grembo. il co-sleeping può servire come periodo di transizione verso il distacco vero e proprio.

Le notti inquiete

A seguito di un incubo o di un grande pianto interminabile, alcuni bambini hanno difficoltà ad addormentarsi. Basta trascorrere alcune notti insieme nel lettone per dar loro fiducia. Non dobbiamo lasciare che le loro notti diventino una fonte di ansia e stress, perché di notte bisogna godere di un sonno tranquillo e riposante il più possibile.

Quando è meglio evitare il co-sleeping:

  • Se voi o il vostro partner vi muovete spesso e siete agitati durante il sonno
  • Se avete un letto ad acqua o una superficie tendenzialmente morbida, poiché questo favorisce il soffocamento.
  • Se siete abituati a circondarvi con molti cuscini o coperte pesanti

Infine, è certo che dormire insieme con il vostro bambino è una scelta personale, in base al vostro stile di vita e alle esigenze dei vostri figli.