Che cos’è la gentilezza?
La gentilezza è certamente un ingrediente fondamentale quando ci si rapporta con i bambini, di questo pochi avrebbero dubbi. Ma cosa significa essere gentili?
La gentilezza è stata riconosciuta essere un valore fin dall’antichità, e attraverso le diverse epoche ha assunto nuove sfumature di significato. Se proviamo a individuare alcune caratteristiche, osserviamo che essa si esprime a più livelli:
- Guardando alla dimensione personale, ha a che fare con la nobiltà d’animo e la tensione verso bellezza e verità
- In una dimensione sociale, attiva nelle relazioni uno sguardo attento all’altro e aiuta a coltivare rapporti di vicinanza
Attraverso la gentilezza riconosciamo che ogni persona è un valore, e come tale merita rispetto e comprensione.
Non stiamo quindi parlando di una gentilezza formale, limitata alle buone maniere; essere gentili con un bambino ci chiede di avvicinarci a lui con rispetto, di riconoscere la sua unicità e il suo infinito potenziale.
L’importanza della gentilezza nei bambini
E’ ormai noto quanto lo sviluppo del bambino avvenga in stretta relazione con l’ambiente circostante. Un ambiente connotato da affetto, cura, rispetto, gentilezza, ha indubbiamente un impatto positivo sulla maturazione del bambino, non solo su un piano emotivo e relazionale, ma anche per quanto riguarda l’evoluzione di abilità e competenze.
E’ stato ad esempio dimostrato come il positivo supporto genitoriale si traduca in un aumento del volume dell’ippocampo, che è coinvolto in una serie di processi emotivi e cognitivi, tra cui apprendimento e memoria (Luby e coll, 2016).
Educare alla gentilezza significa mettersi in ascolto del bambino, sintonizzarsi con lui per provare a cogliere ciò che sta vivendo ed esprimendo.
Questo chiede di avvicinarsi al mondo interiore con delicatezza, nel rispetto delle sue emozioni e delle sue sensibilità, per aiutarlo a prendere consapevolezza di ciò che sta vivendo e affrontarlo al meglio. Potremmo affermare che la gentilezza sia alla base di quella che chiamiamo intelligenza emotiva, ossia la capacità di entrare in contatto con le proprie emozioni, di accoglierle con benevolenza, di elaborarle ed esprimerle con consapevolezza. Una competenza davvero preziosa per i bambini e per ciascuno di noi.
In quest’ottica, educare alla gentilezza significa anche aiutare il bambino a mettersi in ascolto dell’altro, riconoscendo in chi ha di fronte la stessa ricchezza di vissuti e lo stesso valore. Significa quindi andare oltre la richiesta dell’utilizzo di buone maniere per guardare davvero a chi si ha intorno: permette di educare al rispetto reciproco attraverso l’empatia.
Educare alla gentilezza: il ruolo di genitori e educatori
Il bambino inizia a costruirsi un’immagine di sé e del mondo circostante attraverso la relazione con chi si prende cura di lui (Bowlby 1969; Stern, 1987).
Vivere rapporti permeati da gentilezza permette in primo luogo di percepire se stessi come una persona degna di amore e di stima.
Inoltre, fa maturare nel bambino la fiducia nelle persone e nel mondo circostante, favorendo un atteggiamento di apertura e di reciproco rispetto.
Educare alla gentilezza significa quindi far sperimentare al bambino una relazione che nutre profondamente, che sostiene autostima, empatia e socialità.
Ma allora, come posso insegnare la gentilezza a mio figlio?
Insegnare la gentilezza risulta poco efficace attraverso le sole parole: i bambini hanno bisogno di sperimentare la gentilezza nelle relazioni quotidiane con chi si prende cura di lui. Non basta dire al bambino di ringraziare o chiedere scusa, se non siamo noi i primi a mostrare riconoscenza verso chi abbiamo vicino, o esprimere dispiacere e comprensione verso chi abbiamo accidentalmente o volontariamente offeso.
Si ripete spesso quanto dare l’esempio sia fondamentale per l’educazione; proviamo quindi a pensare:
Come pratichiamo la gentilezza nel nostro quotidiano?
Quanto ci rivolgiamo agli altri nel rispetto del loro vissuto e della loro persona?
Cosa i nostri bimbi vedono di noi?
Insegnare la gentilezza: proposte e strategie
Abbiamo visto quanto educare alla gentilezza sia importante per la crescita del bambino e per la sua socialità. Quali attività possono aiutare i bambini a essere più empatici?
Ecco alcune semplici strategie per insegnare la gentilezza nel quotidiano.
- Empatia: vi sarà capitato di trovarvi accanto a un bimbo che piange. Provate con il vostro bambino a dare un nome alle emozioni che percepite in chi piange e a proporre al vostro bimbo un gesto gentile per consolarlo. Una carezza, un bacio a distanza, sono modi semplici che insegnano vicinanza e consolazione.
- Fare per imparare: la cura passa anche attraverso i piccoli doveri quotidiani. Cosa ne pensate di coinvolgere il vostro bimbo in azioni di cura come apparecchiare la tavola? Per i più piccoli potrà essere un semplice accompagnarvi mentre preparate, ma appena i bimbi crescono si può chiedere loro di disporre il necessario insieme a voi; se presentato come un modo per prendersi cura degli altri più che una fatica, sarà un grande momento di apprendimento.
- Dare importanza agli altri: la sera è il momento in cui di solito si ritorna tutti a casa, dopo una giornata piena di impegni. Cosa c’è di più bello di ritrovarsi finalmente tutti insieme? Proviamo a far vivere al nostro bambino questo momento con gioia, mostrando entusiasmo all’arrivo di chi mancava in famiglia. Si può creare qualche piccolo gesto rituale che segna il saluto, come nascondersi per fare “buu”, correre incontro a chi è entrato, portare le ciabatte… Troviamo un modo per dire: “che bello essere di nuovo insieme a te!”.
- Valorizzazione: quando vediamo in quello che fa il nostro bimbo qualcosa che non va, proviamo a indicare un modo per fare meglio. Certo, ci sono situazioni in cui occorre dare un limite chiaro o fermare un comportamento non adatto, ma ricordiamoci sempre di offrire al bambino una modalità alternativa con cui affrontare la situazione o esprimere il proprio bisogno, cercando un modo percorribile per lui. Diamogli la possibilità di mettere a frutto le proprie risorse!
Inclusione: nei momenti di coccola o di gioco insieme, parliamo delle persone che ci sono care, promuovendo un senso di appartenenza e di inclusione. Possiamo abbinare a ciascuno una caratteristica positiva o il ricordo di un momento bello passato insieme… sarà un modo divertente e affettuoso per coltivare il legame includendo gli altri nella propria storia.