RUBRICA A CURA DEL DOTT. LUCA MAZZUCCHELLI, VICE PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, DIRETTORE DELLA RIVISTA “PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, FONDATORE DEL CANALE YOUTUBE “PARLIAMO DI PSICOLOGIA”.
I mesi passano, il vostro pargolo cresce a vista d’occhio e arriva il tempo di tornare al lavoro. Ed ecco profilarsi uno dei momenti fatidici della vita di ogni mamma: il primo “vero” distacco dal proprio bimbo. Che si sia deciso di contare sui nonni, di affidarsi ad una tata o di optare per il nido, molte sono le domande che affollano la mente delle mamme quando si affaccia la necessità di lasciare il proprio bambino in un nuovo ambiente per diverse ore al giorno: starà bene senza di me? Ce la farà?
E soprattutto…. Si sentirà abbandonato? Insomma, la maggior parte delle mamme vive il momento della ripresa del lavoro e del primo distacco dal proprio bambino come un periodo faticoso e stressante, dal punto di vista logistico ma soprattutto emotivo.
Di seguito, un breve vademecum in 6 step per attraversare questo importante momento con qualche spunto e un po’ di consapevolezza in più.
Mettete in conto le lacrime ma ricordate il valore positivo del distacco
Soprattutto se vostro figlio è abituato a stare sempre con voi (ma anche se ha già avuto modo di sperimentare la vostra temporanea assenza), preparatevi a pianti e lacrime: le espressioni di disagio in una circostanza come questa sono assolutamente normali!
L’ansia da separazione è un fenomeno fisiologico: quando il bambino viene separato dalla mamma, si attiva in lui un sistema detto “di attaccamento”, volto a preservare il legame con la figura primaria di accudimento. Tale reazione, che si manifesta con pianti talora disperati e tentativi di mantenere la prossimità con la figura di riferimento, ha una funzione adattiva e serve al bambino a scopi di sopravvivenza. Eppure, quella del distacco è una fase che bambini e genitori sono chiamati a vivere e superare per esigenze di crescita e sviluppo.
Il graduale allentamento della simbiosi con la mamma (in modi e tempi tali per cui il bambino possa tollerarlo) è il passo necessario per dare il via ad un percorso di acquisizioni importantissime che permetteranno a vostro figlio di arricchire la sua vita e acquisire l’autonomia che necessita per uno sviluppo sano.
Lavorate a fondo sulle vostre emozioni
A volte i primi distacchi si rivelano più faticosi del previsto perché, alle normali inziali ritrosie del bambino, si aggiungono alcune paure delle mamme. Intendiamoci, anche quelle sono assolutamente normali, ma, a differenza dei vostri figli, voi avete la possibilità di lavorarci sopra.
Utilizzate tutti i suggerimenti contenuti in questo breve vademecum per comprendere e ridimensionare le vostre emozioni, in modo da non trasmettere ansia e timori a vostro figlio (non solo a parole ma anche con il vostro comportamento non verbale o con le espressioni del volto!).
Ricordatevi sempre che le mamme rappresentano i “regolatori emotivi” dei loro piccoli: se la mamma appare preoccupata e insicura all’idea di lasciare il figlio ai nonni, nelle mani della tata, o alle educatrici del nido, il bambino percepirà a sua volta il pericolo e che quel luogo non è un contesto per lui sicuro. Aumenterà di conseguenza la propria ansia e i suoi comportamenti di rifiuto nei confronti del nuovo ambiente.
Raccontate al vostro bambino senza bugie quello che lo attende
Anche se il bambino è molto piccolo, raccontategli in anticipo quello che lo attende utilizzando un tono di voce confortante, sereno e positivo. Ditegli, ad esempio, che passerà un po’ di tempo in più al giorno con i nonni (o con la tata), oppure passate con lui davanti al nido e mostrategli “la casetta” dove andrà a giocare per un po’ di tempo mentre la mamma è al lavoro.
Raccontate al bambino cosa vi troverà, cosa farà e quando tempo vi passerà. Esprimete pensieri positivi a riguardo, tipo “andrai in un posto sicuro dove starai bene e potrai giocare con altri bambini (o con i nonni) mentre la mamma è al lavoro. Quando la mamma ha finito di lavorare, torna a prenderti”. Arrivato il giorno fatidico, siate sincere su dove vi state recando ed evitate di ricorrere a bugie, come “andiamo al parco” o “andiamo a fare un giretto”, per farlo uscire più volentieri.
Lasciate che porti con sé nel nuovo contesto il suo pupazzo o un oggetto a cui è particolarmente affezionato
Lasciate che il vostro bimbo porti con sé nel nuovo contesto il suo pupazzo preferito, la copertina o qualsiasi altro oggetto a cui è particolarmente affezionato. Tale oggetto, definito dal celebre pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott “oggetto transizionale”, ha un’importante funzione psichica: rimanda in modo implicito alla figura materna e viene utilizzato con un fine consolatorio quando la mamma è assente.
Molto probabilmente il vostro bambino utilizza già quell’oggetto nel suo ambiente familiare quando deve gestire momenti potenzialmente faticosi (ad esempio quando deve addormentarsi). Anche nel nuovo ambiente, l’oggetto preferito potrà dargli una sicurezza in più.
Salutatelo in modo “swood and short” sottolineandogli che tornerete
Quando lo accompagnate nel nuovo ambiente, sinceratevi che sia ben accolto, fategli qualche coccola, salutatelo con un bacio o un sorriso e congedatevi. Ovviamente, cercate di non essere brusche e sbrigative ma nemmeno trattenetevi troppo a lungo. Determinazione e serenità gli trasmetteranno fiducia (la mamma è il regolatore emotivo del proprio bambino, ricordate?). Tentennare, farvi commuovere dal suo pianto (e nei casi più estremi piangere con lui), tornare sui vostri passi più e più volte sono tutte strategie svantaggiose. Se il vostro pargolo piange (e probabilmente lo farà), il consiglio è rimanere a confortarlo finché il pianto è acuto ma, una volta calmato, di salutarlo e congedarvi. In ogni caso, sottolineategli con dolcezza che dopo il pranzo/dopo la nanna (un riferimento specifico, che il bambino può capire, è molto utile), finito di lavorare, tornerete a prenderlo. Con il passare dei giorni, il bambino realizzerà che anche se andate via, tornerete, interiorizzando l’importantissima differenza tra separazione e abbandono.
- N.B. 1: A meno che non vi siano situazioni veramente particolari, riportare a casa con voi il vostro bimbo se lo vedete piangere può essere una strategia controproducente: il bambino nell’atto di lasciare la propria mamma per rimanere al nido o da altre figure, sperimenta fisiologicamente una certa paura; se la mamma lo riporta a casa con sé, l’ansia del bambino rientra, ma in questo modo il bambino assocerà l’ansia alla nuova situazione e il sollievo all’allontanamento dalla stessa.
- N.B. 2: Sgattaiolare via di nascosto in un momento di distrazione del bambino per evitare i saluti e le lacrime annesse è un’altra strategia estremamente svantaggiosa! In questo modo, il bambino si volterà a cercare la mamma e non la troverà più, iniziando a temere che possa sparire improvvisamente senza capire il perché.
- N.B. 3: Nei nidi è previsto un periodo di inserimento, in cui la mamma può rimanere per un po’ insieme al suo piccolo e dopo un tempo più limitato rispetto all’orario standard tornare a riprenderlo in modo da procedere ad un distacco che sia graduale. Questa è, ovviamente, una strategia molto proficua, che potete riprodurre anche con i nonni o con la tata. Ad ogni modo, al momento dei saluti, valgono gli stessi suggerimenti elencati sopra.
Evitate il distacco quando sono in atto altri cambiamenti
In ultimo, se possibile, evitate di sovrapporre il periodo del primo distacco con altri cambiamenti (ad esempio la nascita di un fratellino o un trasferimento). Allo stesso modo, rimandate altre transizioni importanti, come togliere il pannolino, modificare l’alimentazione, ecc. Infine, se una conquista è già avvenuta, evitate di essere voi a sollecitare un passo indietro per paura che si senta abbandonato: ad esempio, se il vostro piccolo è già abituato a dormire da solo, resistete alla tentazione di prendere l’iniziativa di riportarlo nel lettone.
Termino questo breve vademecum, come sempre, suggerendovi la lettura mamma-bambino come strategia per aiutare i vostri figli a gestire eventi potenzialmente stressanti, compreso il primo distacco da voi e in particolare l’ingresso al nido. Qui una raccolta di titoli su questo argomento. È tutto!