“Ah! La nanna!”. Un tema complicatissimo da trattare quando a leggerti sono mamme e papà che dormono poco o niente, lavorano tutto il giorno e si prendono cura dei propri figli e di tutto il resto. La privazione di sonno da figlio piccolo è una specie di tortura che se non la provi non la capisci. E la messa a letto dei bambini per alcune famiglie può durare anche delle ore.
Non ho formule segrete da svelare, anche perché uno dei miei figli dorme bene da sempre e l’altro no, ma parlare di routine può aiutare.
Ore 19: si va in scena
A casa nostra la nanna si prepara partendo da prima della cena. Intorno alle sette di sera scatta l’ora X. Ognuno di noi abbandona le proprie attività, che si tratti di gioco, lavoro, letture o cartoni animati, poco importa. Ci si ferma e papà prepara la cena, mamma prepara i pigiamini e cambia il piccolo, il 5enne riordina un po’ e poi si cambia da solo.
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Fatte tutte queste cose ci si lava le mani e si va a tavola, di solito sono le 19.30/20, a seconda del tipo di cena e dei tempi di cottura. Si mangia tutti insieme e si chiacchiera magari ascoltando della musica a richiesta, scegliamo insieme i brani da ascoltare (il 5enne sta scoprendo la musica italiana e gli piace Max Gazzé).
Terminata la cena il più piccolo ci chiede direttamente di andare a nanna, non odiatemi ma è così: si infila il ciuccio, tende le braccia e dice “annanna!”. Quindi lo portiamo nel lettino e lo salutiamo che è già mezzo addormentato.
Ore 21 o giù di lì: ultimi step
Messo a letto il piccolo, inizia la routine del grande. Quasi sempre spontaneamente va da solo in bagno, fa la pipì e poi si lava le mani e i dentini, tutto da solo. Ogni tanto ci chiede di fargli compagnia e allora io o mio marito stiamo in bagno con lui e continuiamo a raccontarci la giornata.
Fatto questo il 5enne si fa leggere un libro, quasi sempre dal papà, meno spesso da me.
Entro le 21 cerchiamo di chiudere le operazioni di messa a letto, accompagniamo il 5enne e spesso capita che il piccolo ci saluti dal lettino, perché è rimasto sveglio ad ascoltare le nostre voci.
Ore 21, cala il silenzio.
Su come andrà la notte non vi è garanzia, ma il grande non si sveglia mai se non in caso di malanni. Il piccolo invece ci regala qualche emozione in più nella notte, ma sempre meno man mano che cresce.
Nessuno è perfetto
Se avete letto quanto ho scritto finora vi devo un approfondimento.
Non tutte le sere filano lisce.
Capitano le discussioni sulla cena con il conseguente rifiuto di mangiare, capitano le urla e i capricci per mettere il pigiamino, capitano le proteste per non mettere in ordine la casa o per non fare pipì e lavare i denti.
Anche nella mia casa può succedere qualsiasi cosa e ogni sera è un’incongnita, ma stabilire una routine, dei gesti ripetitivi, aiuta moltissimo e rassicura i più piccoli che sanno già cosa accadrà nel momento immediatamente successivo.