La vita è più divertente se si gioca.
(Roald Dahl)
Proprio così. La vita è più divertente se si gioca. Se si trova il tempo per incastrare un’ora di libertà nei mille impegni giornalieri.
Giocare a rincorrersi, a palla, con le bambole che hanno bisogno delle nostre cure. Con le costruzioni che salgono acrobatiche a cercare di toccare il cielo con un mattoncino di lego.
Giocare è tutto, o quasi, per i nostri figli.
Perché dovremmo privarli (e privarci) di momenti felici insieme nell’attività per loro più importante?
Il gioco comincia fin dalla tenera età.
Quando abbiamo finto di mangiare i loro adorabili piedini grassottelli o quella pancina morbida morbida, quando ci siamo nascosti la faccia dietro le mani e tutti a ridere come matti ogni volta che dici cucù.
Quando gli abbiamo messo tra le mani i primi giochi, i pennarelli per colorare il mondo e renderlo più bello, i libri da sfogliare, i mattoncini da incastrare pezzo dopo pezzo.
Quando li abbiamo rincorsi per casa fingendo di prenderli al volo per poi lasciarceli sfuggire all’ultimo secondo o quando abbiamo costruito una casa con una coperta tra due sedie e ci siamo nascosti dentro.
Le loro risate lievi sono un balsamo per il nostro cuore, la felicità di questi momenti insieme la ricorderemo in futuro, quando saranno loro a non volere più giocare con noi.
Ogni età ha il suo momento per scoprire nuovi giochi.
Lasciate che i bambini si divertano, che provino a arrampicarsi, salire sulle sedie, fare l’altalena veloci fino a credere di poter volare via lontano.
Lasciateli provare a fare lo scivolo da soli, che calcino forte quella palla e poi tutti a corrergli dietro fino a perdere il fiato.
Lasciate che si sporchino di fango e terra, ma anche di sabbia e neve, dei colori che altroché lavabili non se ne vanno più via dalla maglietta. Ma che importa se vostro figlio è sporco, ma felice?
Se giocano soli, lasciateli fare.
La fantasia in quel momento ha preso il volo. E non c’è niente di più bello. Lasciate che siano liberi. La libertà di giocare è un bene prezioso.
Fateli provare da soli più e più volte prima di aiutarli.
Non trovate voi quel pezzo mancante del puzzle, se riuscirà da solo avrà più soddisfazione.
Non agganciate voi quel pezzo di lego, ce la farà, anche se all’inizio sarà difficile.
E ditegli bravo, con sincerità.
Perché, quando finalmente il puzzle sarà finito o la costruzione sbilenca riuscirà a mantenersi in qualche modo in piedi, lui sarà stata bravo.
Lasciate che siano bambini felici, che crescano con il sorriso sulle labbra e con la convinzione che la vita è più divertente se si gioca, perché lo è davvero.
Non lo credete anche voi?