5 miti sull’alimentazione complementare che dovresti conoscere

Dalla nascita all’età di circa 6 mesi, il tuo bambino si nutre solo di latte. Al termine di questo periodo, inizierai a vedere alcuni cambiamenti nel tuo piccolo che ti mostreranno che è pronto per iniziare con l’alimentazione solida. E in quel momento arrivano le pappe e sorgono tanti dubbi: ci sono infatti diversi miti riguardo l’alimentazione complementare che potresti già conoscere.  Scopriamoli insieme!

Una piccola premessa

La prima grande domanda che ci si pone quando si parla di alimentazione complementare è se farlo prima con gli omogeneizzati o subito con il cibo a pezzi, per accelerare il percorso verso lo svezzamento. Ad aiutarti nella scelta, puoi tenere in considerazione alcuni fattori: uno di questi riguarda il momento in cui il tuo piccolo andrà all’asilo.

Considera anche che il tuo bambino ci metterà un po’ di tempo prima di riuscire a mangiare il cibo a pezzi senza farlo finire ovunque e senza troppi rigurgiti. In ogni caso ti occorrerà una bella dose di pazienza.

1. L’alimentazione complementare inizia a 6 mesi?

Anche se si dice spesso che inizia a 6 mesi, non è esattamente così. Alcuni bambini iniziano un po’ prima e altri un po’ più tardi. L’importante è comprendere alcuni piccoli segnali:

  • quando il bambino sarà in grado di sedersi da solo;
  • quando avrà sufficiente coordinazione della mano con la bocca;
  • quando avrà perso il riflesso di estrusione”, il riflesso istintivo che porta il neonato a rigettare il cibo quando gli arriva in bocca.

Se il tuo bambino ha raggiunto tutti questi obiettivi, è giunto il momento di introdurre un’alimentazione complementare .

2. Prima il cibo solido e poi il latte?

Esattamente il contrario: nell’alimentazione complementare, ricorda sempre di far precedere la poppata al cibo solido.

3. Meglio rimandare i cibi potenzialmente allergenici?

Questo è uno dei miti più diffusi: ritardare il cibo che può avere proprietà allergenica, può al contrario essere controproducente. È invece importante stare particolarmente attenti con i pesci di grandi dimensioni, a causa del loro contenuto di mercurio

C’è comunque un alimento che non dovrebbe essere dato ai bambini fino a quando non compiono un anno: il miele. In questo caso non si tratta di allergia, ma un batterio che può causare il botulismo infantile, una patologia gastrointestinale che si manifesta raramente ma che è molto grave.

4. È meglio offrire al bambino la frutta nell’omogeneizzato?

La frutta è una fonte di nutrienti, vitamine e fibre in primis: fino a poco tempo fa si pensava che il modo migliore per offrirla ai neonati era nell’omogeneizzato o come succo. Oggi invece si consiglia di darla a pezzi, per aiutare il bambino a prendere confidenza con le diverse consistenze della frutta.

5. L’uovo non è raccomandato fino al primo anno?

Questo è anche un altro mito ampiamente diffuso: fino a qualche tempo fa, si preferiva aspettare fino al primo anno di età, ma ora il modello è cambiato e l’uovo può essere introdotto dopo sei mesi .

Nel caso in cui il bambino sia a rischio di allergia alimentare , poiché i suoi genitori ne hanno già uno, potrà comunque essere introdotto a partire dai 6 mesi ma con uno schema diverso, ad esempio offrendolo al piccolo per alcuni giorni consecutivi senza aggiungere altri nuovi alimenti.

Conoscevi questi miti sull’alimentazione complementare ? Hai già iniziato ad offrire al tuo bambino le prime pappe?