Svezzamento: colori e consistenze per lo sviluppo dei 5 sensi a tavola

Lo svezzamento è quel periodo in cui i bambini passano gradualmente da un’alimentazione basata sul solo latte a una dieta ricca di sapori, consistenze e colori diversi. 

Tutti gli alimenti diversi dal latte, definiti “complementari” (da qui il termine di alimentazione complementare come sinonimo di svezzamento) hanno il ruolo di nutrire i bambini, insieme al latte, apportando numerosi macro e micronutrienti importanti per la crescita e lo sviluppo.

Ma possiamo dire che sia tutto qui? Davvero possiamo ridurre tutto a una mera questione di nutrienti e crescita?

Svezzamento sensoriale, non solo nutrienti

In realtà il momento del pasto può rappresentare una vera e propria palestra di affinamento delle abilità motorie e di esperienza sensoriale.

Inoltre iniziano ad emergere evidenze scientifiche che sostengono come queste esperienze permettano ai bambini di conoscere meglio il cibo, sviluppando meno diffidenza verso determinati colori e consistenze. Alcune indagini, ad esempio, hanno osservato che i bambini lasciati maggiormente liberi di sperimentare in svezzamento, diventano meno schizzinosi in età prescolare.

Scampare alla neofobia alimentare è quasi impossibile con i bambini, la fase dei rifiuti infatti è del tutto fisiologica, ma sembra insorgere in modo meno intenso e meno duraturo se i bambini hanno avuto modo di conoscere il cibo sin da piccolissimi.

Approccio al cibo: meno rigidi, più flessibili

Altro aspetto importante è quello di allenare i bambini alla flessibilità. Sappiamo infatti che i bambini tendono ad essere molto rigidi e routinari, quindi offrire per molto tempo pasti simili tra loro per colore o consistenza non sarà di aiuto.

Variare invece i formati, i colori, anche il modo in cui offriamo il cibo, permetterà ai bambini sin da subito di conoscere tutte le modalità diverse in cui gli alimenti possono essere consumati. Ciò non toglie che avranno le loro preferenze!

Come agire quindi, per fare in modo che i bambini possano fare esperienza sensoriale in fase di svezzamento?

Non si tratta di fare a gara per chi lascia sporcare di più i bambini, né di forzare all’assaggio di cibi diversi ogni giorno. Ecco quindi di seguito qualche suggerimento pratico da utilizzare come spunto, e da interpretare con la giusta dose di buon senso e di adattamento al temperamento diverso di ogni bambino e genitore. 

Per comodità possiamo classificare i consigli pratici nei diversi gruppi alimentari.

Esperienza sensoriale con le verdure

Partiamo dalle verdure che rappresentano il gruppo più vario in assoluto per colori e consistenze.

Sin da subito possiamo alternare tutte le verdure frullate, non solo mescolate tra loro ma anche offerte singolarmente. Pensiamo ad una crema di zucca, di asparagi, di broccoli, di peperoni o di carote. Con i loro sapori e colori diversi possono essere aggiunte alle pappe più cremose e a quelle meno omogenee, realizzate con pastina, cous cous, riso o altri cereali.

Possiamo anche sfruttare le verdure cotte della famiglia, da schiacciare con la forchetta e mettere a disposizione dei bambini oltre al loro pasto principale per un po’ di esperienza sensoriale. Entro gli 8-9 mesi possiamo anche offrire le verdure cotte da consumare in autonomia, in modo che possano toccare le varie consistenze oltre che percepirle in bocca. Devono avere una giusta consistenza, abbastanza morbide da poter essere masticate con le gengive, mai a rondelle o a forma sferica ma sempre a bastoncino. 

“Ma se li lasciamo giocare con il cibo e non mangiano nulla?” Questo è un dubbio legittimo che spesso mi riportano i genitori, ma come abbiamo detto in precedenza l’esperienza sensoriale può essere determinante per arrivare all’accettazione di un cibo. Quindi è importante permettere ai bambini di fare esperienza nei primi mesi di svezzamento, quando il latte formulato o materno può ancora garantire una buona nutrizione, in modo da arrivare verso i 12 mesi con un buon bagaglio di conoscenza di vari sapori, colori, odori e consistenze diverse. 

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Varietà di consistenza con i cereali

Può valere lo stesso discorso per i cereali. Nessun problema iniziare con le creme per i primi giorni, hanno però il difetto di essere molto standardizzate e monotone. Dopo al massimo qualche settimana possiamo iniziare a variare con tutti i chicchi più piccoli come cous cous, riso di vari colori, pastine di forme diverse, anche cereali cremosi come polenta e semolino.

Le patate fanno parte di questo gruppo e si possono offrire schiacciate con la forchetta. Anche in questo caso entro i 9 mesi iniziamo ad allenare l’autonomia offrendo formati come fusilli, che permettono ai bambini di afferrare bene la pasta e scoprire nuove consistenze. 

Profumi e sapori delle fonti proteiche

Nel gruppo delle fonti proteiche non spaziamo tanto con il colore ma abbiamo invece una grande varietà di consistenze, ovviamente sapori e anche odori diversi.

Pensiamo ad esempio al pesce: si tende ad offrire pesci dal sapore molto neutro come merluzzo e sogliola, ma in realtà possiamo offrire anche sgombro, salmone, sarde, branzino. Oltre ad avere un ottimo profilo nutrizionale hanno sapori e odori più intensi e caratteristici; non è detto che i bambini li accettino subito di buon grado ma con qualche esposizione magari ci faranno l’abitudine e impareranno ad apprezzarli.

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Un modo invece per variare le consistenze della carne è quello di offrire il macinato, che sia di bovino o di pollame. Ragù bianchi o al pomodoro, polpettine sbriciolate nella pappa o da consumare a spicchi, poi verso i 9 mesi si può iniziare con i tagli più morbidi di carne, da consumare in autonomia a tocchetti, come le cosce o le sovracosce di pollo, oppure i filetti.

I formaggi freschi si prestano bene per rendere cremosi i pasti, mescolati ad altri ingredienti, ma possiamo comunque farli assaggiare da soli sin da subito, per far sperimentare diversi sapori e consistenze. Uno dei primi formaggi da far sperimentare in autonomia è la mozzarella di bufala a bastoncini o tocchetti, per i formaggi più stagionati, spesso duri o gommosi, conviene invece aspettare un po’ di più.

La versatilità delle uova in cucina permette di far sperimentare ai bambini colori e consistenze molto diverse. Pensiamo ad un tuorlo giallo stemperato in una pappa morbida, ad un albume offerto sbriciolato oppure ad una frittata da consumare in autonomia.

Infine i legumi, unica fonte proteica vegetale che ci regala colori e sapori molto diversi tra loro e ci permette di spaziare con le consistenze.

Conviene iniziare il prima possibile a offrirli non frullati, ma solo schiacciati grossolanamente. All’inizio dello svezzamento si possono sfruttare i legumi secchi decorticati, come piselli, lenticchie, fave, che non avendo la buccia si sfaldano più facilmente. La farina di legumi si può offrire sin da subito, sottoforma di pasta di lenticchie, di piselli, di ceci, oppure come farinata cotta al forno o in padella.

Insomma, tantissimi colori e consistenze diverse per conoscere uno dei gruppi alimentari più utili per la salute e ancora troppo poco consumati.  Dai 10 mesi circa si possono sfruttare anche i legumi con la buccia, quindi creme di piselli, hummus di ceci o di cannellini, crocchette e burger di vario colore. 

La frutta: ricchezza sensoriale

Concludiamo con la frutta, altro gruppo alimentare immensamente ricco.

Omogeneizzati e puree, seppur comodi e ottimi da utilizzare saltuariamente, non possono minimamente riprodurre la grande varietà di sapori, colori e consistenze della frutta fresca.

La frutta più dura e croccante la possiamo grattugiare, frullare oppure cuocere per ammorbidirla, e poi offrirla a tocchetti oppure schiacciata con il cucchiaino.

La frutta più morbida invece, come kiwi, banana, albicocche, pesche mature, e così via possiamo offrirla sin da subito schiacciata ed entro i 9 mesi a bastoncino. Immaginiamo la prima volta in cui i bambini toccheranno l’esterno di una fragola con la lingua, o sentiranno il succo dell’anguria uscire dopo il primo morso.

È utile che tutto questo avvenga nei primi mesi dello svezzamento, quando i bambini sono generalmente più aperti a sperimentare, hanno meno pregiudizi e non sono ancora attirati da altre attività, come quelle motorie ad esempio. Approfittiamo quindi dello svezzamento e in particolare della fascia 6-12 mesi per far sperimentare i bambini ogni volta che ne abbiamo modo e ne abbiamo le energie.  

Francesca Ghelfi, Nutrizionista