Durante i mesi di gravidanza la futura mamma può essere sottoposta ad alcuni esami per accertare la sua salute e quella del feto. Durante le 40 settimane di dolce attesa la mamma può eseguire test screaning e test diagnostici tra cui l’amniocentosi.
L’amniocentosi si esegue in laboratorio e prevede il prelievo mediante un puntura transaddominale, fatta sotto guida ecografica, di una piccola quantità del liquido amniotico.
Questa tecnica di diagnosi prenatale è di tipo invasivo e genera spesso molte paure: questa opzione diagnostica, da effettuare non prima del secondo trimestre di gestazione e più precisamente tra la 15° e la 17° settimana , è infatti temuta perché ha una percentuale di rischio di aborto intorno allo 0,5-1 %. D’altro lato, l’amniocentosi ha un’altissima percentuale di precisione e esattezza e per questo motivo è proposta dai medici per l’analisi genetica di eventuali anomalie cromosomiche del feto.
Nella scelta se effettuare o meno l’amniocentosi è fondamentale dunque il parere del medico: ecco perché vi consigliamo di far riferimento a lui per ogni dubbio su questo tipo di diagnosi. In questo articolo invece ci limiteremo ad illustrarvi qualche informazione generica sull’esame, sui dati che può rilevare e su come affrontare il pre e post esame.
In quali casi viene proposta l’amniocentosi
L’amniocentosi viene proposta dal medico alle pazienti in gravidanza:
– di età superiore ai 35 anni,
– con familiarità per anomalie cromosomiche,
– con un indice di rischio elevato evidenziato dal duo-test o dal tri-test;
– con anomalie fetali riscontrate ecograficamente, i
– in presenza di malattie infettive (citomegalovirus, parvovirus B19 …).
Cosa può rilevare?
- Numerose anomali cromosomiche come la Sindrome di Down
- il dosaggio dell’alfa-feto proteina, i cui valori alterati possono indicare la presenza di malformazioni congenite;
- la presenza di agenti infettivi;
- la paternità del nascituro.
Prima e dopo l’amniocentosi
L’amniocentosi è preceduta normalmente da esami preparatori e dalla somministrazione di farmaci che servono a rendere più facile il decorso domiciliare dopo il prelievo e a preservare la salute della mamma e del bambino.
In seguito all’esame sarà invece fondamentale il riposo nelle prime 3 – 4 ore dal prelievo e per qualche giorno è consigliato evitare sforzi e stress.