L’ecografia delle anche neonatale fa parte dello screening neonatale e va eseguita, solitamente, entro i primi 2/3 mesi di vita: si tratta di un’esame di routine nella maggior parte dei casi assolutamente non invasivo per il neonato  ed è consigliata sia ai maschi, sia alle femmine.

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Dall’ecografia si desume se l’anca è impostata correttamente nelle ossa del bacino, che si stanno ancora sviluppando in questa fase di sviluppo del neonato, e nel caso in cui non lo siano si determina il grado di DCA (displasia congenita dell’anca) in base alla tabella di Graf  e si decidono insieme ad un ortopedico pediatrico le eventuali azioni da intraprendere per correggere questo difetto, che comprometterebbe la deambulazione futura del neonato.

La mia esperienza

Alla prima ecografia, svolta quando la mia bimba aveva 9 settimane, è stata rilevata una tipizzazione delle anche di tipo IIC: una situazione abbastanza grave, definita come anca critica che sta per decentrarsi (pre-lussazione in termine medico).

In parole semplici (o almeno ci provo… ): l’osso della testa del femore dovrebbe essere centrato rispetto al tetto acetabolare, che ne costituisce la sede dell’incastro nel bacino. Nei neonati questa parte è ancora in fase di formazione ma attraverso l’ecografia è possibile comprendere se l’incastro è realizzato bene oppure se la testa del femore tende ad uscire dalla sua sede perché non è abbracciata bene dal tetto acetabolare. Nel caso della mia bimba la testa del femore era uscita quasi completamente dalla sede, perciò si parlava di sublussazione.

Lo specialista ortopedico pediatrico ha ripetuto l’ecografia con un lettino più adatto a quello disponibile nella clinica dove avevamo fatto la prima ecografia: c’è una sorta di buco in cui posizionare il bambino affinché sia perfettamente fermo ed in asse con l’ecografo. Anche i raggi X, riconfermavano: IIC sublussazione.

Le ipotetiche cause: le cause più comuni sono la familiarità, il parto podalico, i gemelli, ecc. Nel nostro caso nessuna di queste, ma semplicemente la mia bimba, nata di 3,8 kg da una mamma alta 1,55 con il bacino piccolo (con cesareo programmato per sproporzione feto-pelvica), stava davvero stretta nella mia pancia! Il problema infatti si riscontrava solo nell’anca che Sissi teneva verso la mia colonna vertebrale e che non aveva spazio di espandere come la gambina verso la pancia.

La soluzione. Tenere le anche aperte il più possibile: questo significa forzare la testa del femore a stare nella posizione dovuta, obbligando così il tetto acetabolare a crescere in maniera corretta incapsulando l’osso femorale. Ok, ora non spaventatevi da questi paroloni!

Come? Con degli ausili ortopedici.  L’ortopedico ci prescrisse in prima battuta la mutandina correttiva in plastica per 2 mesi.

La mia reazione sarebbe stata quella di piangere. Poi non piangi, perché in uno dei primi ostacoli della vita di mamma impari a trasmettere a tuo figlio forza e coraggio.

In quei due mesi di mutandina di plastica avevo pena per la mia bimba che non poteva sgambettare, sempre bloccata come una piccola rana; cambiarla sempre velocemente e portare l’ausilio 24 ore su 24 ha limitato un pochino i suoi movimenti, ma la mia bimba era serena ed allegra, mai nervosa o infastidita, nonostante fossimo arrivati a luglio.

Al controllo speranzosi, una batosta: nessun miglioramento. Abbandoniamo la mutanda e passiamo al divaricatore: una sorta di cintura in plastica con due stecche di ferro sulle quali bloccare le gambe che rimangono molto più aperte rispetto alla mutanda. L’aspetto dell’ausilio ha avuto un impatto psicologico davvero pesante per noi. Nonostante ciò, rispetto ad una ipotesi di futura zoppia abbiamo tenuto duro: cambi rapidi e sorrisi.

Certo tante limitazioni: niente sdraiette, niente girelli, niente fasce portabebè (tuttavia riuscivo a mettere la bimba con il divaricatore nel marsupio)… nonostante ciò abbiamo viaggiato anche in aereo, in auto e fatto tante passeggiate.

Due mesi di divaricatore. Mesi bollenti: luglio e agosto. In cui ovviamente abbiamo rinunciato alla vacanza al mare e a rotolarsi nella sabbia, in cui Sissi ha portato sempre dei leggings corti leggerissimi per non avere fastidio sulle gambine nude. Non è stato semplice ma è arrivato settembre. Alla visita di controllo finalmente l’anca è centrata! La costanza e i sacrifici hanno dato i loro frutti, finalmente!

Il mio consiglio: siate costanti. E tenaci. Perché la tentazione di dire “Poverina lasciamola un pochino senza divaricatore/mutanda” è sempre in agguato.  Tenete duro perché è maggiore il fastidio psicologico per noi adulti che quello fisico per il nostro neonato.