Il gioco a tavola tra regole, educazione alimentare e scoperta

Siamo in cucina, stiamo preparando la cena con l’aiuto dei bambini e d’un tratto il piccolo si mette ad addentare una cipolla cruda. Oppure siamo a tavola e la bimba immerge il pane nell’acqua per poi assaporarlo di gusto. D’istinto ci viene da pensare “ma che schifezza, cosa sta facendo!” mentre per loro è pura curiosità. Ma quanto è giusto lasciarli sperimentare? Come porre dei limiti senza ostacolare troppo l’esperienza?

Non esistono regole universali, ma possiamo tener conto che un certo grado di sperimentazione con il cibo, anche se ai nostri occhi sembra solo un “gioco”, può essere utile per sviluppare un buon rapporto con il cibo e con il momento del pasto. Noi genitori possiamo impostare una cornice fatta di regole, poche, chiare e adeguate all’età, e lasciare poi che i bambini sperimentano liberamente all’interno appunto di questa cornice.

Come sviluppare la curiosità dei più piccoli

Quando i bambini sono molto piccoli ed è impensabile che possano aderire alle nostre indicazioni, possiamo mettere a disposizione piccole quantità di cibo, in modo che possano sperimentare e giocare senza imbrattarsi dalla testa ai piedi.

Se ad esempio sono curiosi di toccare le pappe, possiamo pensare di metterne solo un paio di cucchiai all’interno di un piatto con la ventosa, così potranno toccare mentre li imbocchiamo da un altro piatto.

Oppure mettere un cucchiaio di cibo schiacciato direttamente sul vassoio del seggiolone, per far sperimentare le diverse consistenze. Ad un certo punto, la curiosità potrebbe far sì che i bambini inizino a portarsi le mani alla bocca, per assaggiare.

Allora possiamo iniziare ad offrire il cibo in pezzi, sempre caratterizzato da consistenze adeguate e morbide e tagli a bastoncino. Anche in questo caso, non serve offrire grandi quantità di cibo, basta appoggiare un pezzo di cibo alla volta sul vassoio del seggiolone.

Educazione alimentare: la prima sperimentazione con sapori e consistenze

Ricordiamo che i bambini sperimentano sapori e consistenze per le prime volte, quindi non è detto che apprezzino tutto al primo colpo. Per questo potrebbero anche portare uno stick alla bocca, mordicchiarlo e poi sputarlo; per poi addentarne un altro pezzo serenamente.

Spappolare le polpette tra le mani, sputacchiare, schiacciare le verdure con il palmo della mano, sono tutti esperimenti che permettono ai bambini di conoscere il cibo oltre il sapore. È un po’ come se cercassero di superare la loro diffidenza, volendo conoscere bene ciò che sta per arrivare in bocca.

In questo contesto, continue interruzioni alla loro sperimentazione, toni rigidi e divieti assoluti rischiano di rendere teso il clima durante il pasto. Quindi ogni famiglia può trovare il giusto equilibrio, che appunto non è universale, in modo da introdurre con gradualità le regole mantenendo un clima sereno a tavola, che possa permettere ai bambini di associare emozioni positive al pasto.

Crescere e imparare le regole a tavola

Man mano che i bambini crescono e iniziano a mangiare da soli, può capitare che dopo i primi pezzi di cibo consumati in autonomia inizino a buttare il cibo per terra. Anche in questo caso è complice la curiosità di vedere dove vanno a finire quei pezzetti, ma possiamo iniziare ad accompagnare i bambini verso una consapevolezza delle “regole” a tavola.

Ad esempio offrendo una alternativa del tipo “se sei sazio/a puoi mettere in questo piattino i pezzi che non vuoi più” oppure “se sei stanco/a e vuoi aiuto ti posso imboccare”. Altra cosa comune: ad un certo punto i bambini non apprezzano più le ricette con molti ingredienti mescolati. Allora può essere che inizino a separare gli alimenti tra loro, arrivando anche a toglierli dal piatto.

E non è detto che non li mangeranno in un secondo momento. Oppure potrebbero mangiare prima tutti i ceci, ad esempio, e una volta terminati passare alla pasta. O ancora pescando con le dita solo i pezzetti di salmone dal risotto. Anche in questo caso per noi è solo un gioco, e forse anche per loro. Ma un gioco che comunque gli permette di passare del tempo sereni a tavola, e ricordiamo che la serenità è un ingrediente fondamentale per un buon rapporto con il cibo.

L’importanza di coinvolgere i bambini a tavola con l’educazione alimentare

Altra cosa che i bambini potrebbero apprezzare a tavola: sentirsi coinvolti in qualche attività proposta proprio da noi genitori, che magari loro vedono come gioco. Ad esempio possiamo portare il pasto in un vassoio o piatto grande, disporlo al centro e invitare i bambini a servirsi il cibo nel piatto.

Oppure servire delle salse, come hummus o yogurt, in cui i bambini possono immergere crocchette o fettine di pane. Se a casa abbiamo grandi sperimentatori a tavola, possiamo approfittarne per coinvolgerli in cucina e dare libero sfogo alla creatività. Da quando i bambini si reggono bene in piedi da soli possono stare con noi in cucina, su una torre di apprendimento ad esempio, o uno sgabello chiuso e sicuro.

Anche in questo caso non immaginiamoci farina che salta da tutte le parti, latte che schizza e impasto appiccicato alle pareti. Scegliamo attività semplici che permettano ai bambini di divertirsi e a noi di non dover impostare troppe regole, che poi i bambini farebbero fatica a seguire. Ad esempio lavare frutta o verdura sotto l’acqua corrente. Oppure noi possiamo tagliare gli ingredienti e poi farli disporre a loro su una teglia.

O ancora spostare gli ingredienti nel mixer e azionarlo per vedere come cambiano gli ingredienti quando si frullano. Anche aggiungere delle verdure alle uova e poi farle mescolare per una frittata. Lasciamo che i bambini siano liberi di toccare gli alimenti, di assaggiarli ed eventualmente anche di sputarli, se non di gradimento.

Ovviamente evitiamo di far assaggiare uova crude o alimenti non lavati, ma per il resto cerchiamo di assecondare la loro curiosità, sempre sulla base delle disponibilità di tempo ed energie che abbiamo in quel momento.

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Francesca Ghelfi, Nutrizionista