Come fare quando il neonato piange
Quando nasciamo piangiamo: il primo contatto con il mondo di un neonato avviene attraverso il pianto e forse non c’è nulla di più destabilizzante per un genitore del pianto del proprio bambino. Sempre. Quindi, cosa fare quando il neonato piange?
Anche oggi, a quasi 7 anni, il pianto della mia bambina – quello vero, quello sentito, quello serio – mi fa male dentro. Non ci si abitua, ma con il passare del tempo si impara a comprenderlo e a consolarlo.
Il pianto del neonato, soprattutto per chi è un neogenitore, è una delle prime vere prove: non hai infatti la minima idea di cosa voglia comunicare il tuo bambino piangendo!
Cosa fare se il neonato piange: capire il bisogno
In genere l’equivalenza è questa: se il neonato piange, ha bisogno di qualcosa. E io, neogenitore, vorrei con tutto il cuore soddisfare questo bisogno ma, cosa vuole il mio bambino?
Ha fame? Sete? Sonno? Ha sporcato il pannolino? Sono le colichette? Ha caldo? È ammalato?
Anzitutto, non confondere ogni pianto con una richiesta di latte: questo darà al neonato un segnale di confusione da parte vostra e di inutilità del suo pianto, che viene sempre frainteso con un “Ho fame, mamma”.
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È un problema di comunicazione: il neonato ha solo una maniera per comunicare con te e questa maniera è il pianto.
Capire il pianto del tuo bambino
Libri, nonne, mamme, suocere, amiche: ognuno ha la propria teoria sul pianto dei neonati ma in realtà nessuno ha la vera chiave di lettura: sei tu, che con il passare dei giorni, dei mesi, imparerai a distinguere il pianto del TUO bambino.
Eh sì, perché ogni neonato, per quanto piccolo, è un individuo che ha le sue esigenze: c’è chi piange di più per la fame e molto meno per il pannolino sporco e viceversa. Anche questo è in fondo questione di carattere!
Imparerai a distinguerlo e con le prime paroline tutto diventerà più facile.
Per calmare il pianto della mia bambina ho sempre usato il ciuccio, che ha funzionato alla grande: è stato un valido aiuto quando il pianto era dovuto all’eccessiva stanchezza, a quel sonno che è così tanto che non ci si riesce ad addormentare.
Proprio come per noi adulti! Il pianto da sonno in genere inizia con dei lamenti, seguiti da un pianto forte e brevi respiri, poi riprende un altro pianto lungo e forte. Se non si interviene dopo poco il bambino si calma e si addormenta come di colpo.
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Pianto e cibo: quando ha fame e quando è pieno
Con il passare del tempo ho imparato anche a distinguere il pianto da fame, che cominciava sempre con un leggero rumore in gola, simile alla tosse, prima di trasformarsi in pianto, prima breve e poi più stabile, ed era accompagnato da un chiaro linguaggio corporeo: si succhiava le labbra, arricciava la lingua sui lati, allungava il collo all’indietro, portava i pugni alla bocca.
Quando il neonato piange perché ha il pancino troppo pieno, il suo pianto è agitato e avviene subito dopo aver mangiato. Un possibile rigurgito ti confermerà questo malessere.
E poi le colichette, il freddo, il caldo, la febbre, il bisogno di compagnia…
Ci sono tanti, tanti tipi di pianto: ascolta il tuo bambino. Non intervenire subito, aspetta un momento e osserva bene il tuo neonato per capire se ci sono altri segnali, magari con il linguaggio corporeo, che ti suggeriscono la soluzione. E vedrai, riuscirai a capirlo presto!