Capita che una notte, all’improvviso, la tua bambina tossisce in modo strano, come un cane abbaiante, e poi rantola e sembra non respirare più.

A noi è capitato: Sissi aveva circa 3 anni e mezzo, non aveva febbre, era solo un pochino raffreddata.

Se sei mamma lo sai: le cose accadono sempre di notte. Sembra assurdo ma è così… e spesso non sai cosa fare.

Visto che non respirava bene e rantolava e continuava a tossire con una tosse strana, mai sentita, decidemmo di andare di corsa al pronto soccorso. Fu allora la prima volta in cui ci parlarono di laringospasmo. Inutile dirti che non ne conoscevamo l’esistenza e che, tutto sommato, fummo rassicurati dai medici perché quello che apparentemente ci sembrava (cioè che la bambina stesse soffocando) non era mortale. E soprattutto: non stava soffocando, aveva solo un laringospasmo.

Curata in pronto soccorso con aerosol con adrenalina e cortisone, tornammo – distrutti – a casa.

Tornati a casa è cominciata la mia lotta contro questo sconosciuto: il laringospasmo.

Cosa è il laringospasmo?

Il laringospasmo è uno spasmo, una contrazione muscolare incontrollata ed involontaria delle corde vocali. Può durare da pochi minuti a qualche ora e blocca la possibilità di respirazione del soggetto colpito inducendo panico e paura da soffocamento. Di norma non rappresenta un’emergenza medica e la prognosi è ottima, ma nel caso di bambini si raccomanda di fare sempre riferimento al pediatra.

Fate le vostre ricerche su Google, troverete tanti articoli di medici sul laringospasmo nei bambini. Io invece voglio raccontarti come è andata, come mamma.

Ho cominciato ad indagare: era allergica? Fatte le prove allergiche in clinica specializzata per bambini: risposta negativa. Era un problema di asma? Portata dallo pneumologo in clinica specializzata per bambini: risposta negativa. Era un problema di otorinolaringoiatra? Portata da due otorini diversi in clinica specializzata per bambini: risposta negativa.

E allora PERCHÈ la mia bambina continuava ad avere ripetuti episodi di laringospasmo?

Nel tempo ho capito la relazione causa-effetto: se era molto raffreddata (un semplice banale raffreddore, non necessariamente febbre o influenza), al 99,9% la notte avrebbe avuto un laringospasmo.

Notti insonni a fare aerosol con soluzione salina e cortisone, a tenerle la testa alta su più cuscini, a umidificare l’ambiente, a portarla in bagno e saturando l’ambiente di vapore…

Qualche consiglio utile

Umidificare è importantissimo, soprattutto in inverno quando i caloriferi sono accesi e possono seccare l’aria: nei casi meno gravi la terapia può essere fatta proprio umidificando il più possibile l’ambiente (con un umidificatore elettrico senza essenze balsamiche) o chiudendosi nel bagno con tutti i rubinetti aperti sull’acqua calda per saturare la stanza di vapore acqueo. Nel nostro caso ha funzionato solo un paio di volte, purtroppo.

umidificatore-suavinex

Per noi ha sempre funzionato l’aerosol con cortisone eventualmente associato, durante gli attacchi più gravi e prolungati, a cortisone assunto per via orale. Non preoccuparti del cortisone, perchè quello somministrato a bassissime dosi e per via aerosol (o spray) non è correlato ad effetti collaterali.

Nel tempo ho imparato a osservare mia figlia e capire: se aveva molto molto raffreddore, il laringospasmo sarebbe arrivato e allora prima di andare a dormire facevamo un po’ di aerosol, anche solo con soluzione salina ipertonica. A volte ci ha aiutato e il laringospasmo si è presentato in forma lieve, altre volte non ci ha aiutato e abbiamo dovuto procedere a svegliarci tutti e fare aerosol con cortisone nel pieno della notte.

Il che significa che il giorno dopo sei uno straccio. E anche il tuo bimbo lo è e quindi non potrà andare all’asilo, ma rimarrà a casa a riposare e recuperare forze.

In generale il bambino colpito da laringospasmo non dovrebbe essere fatto sdraiare, nemmeno dopo l’aerosolterapia. Una posizione eretta o leggermente rialzata dà sicuramente un maggior sollievo. Inoltre – cosa difficilissima almeno all’inizio – è molto importante tranquillizzare il bambino e indurlo a fare respiri lenti, senza gettarlo nel panico.

Tutti, dagli specialisti alla pediatra, ci consolavano: crescendo il sistema respiratorio matura, la laringe cambia conformazione e il laringospasmo diventa un brutto ricordo.

Abbiamo passato due anni e mezzo in compagnia del laringospasmo, in tutti i mesi autunnali e invernali, a volte in primavera, con un respiro – è davvero il caso di definirlo così – solo in estate. Ogni notte al primo colpo di tosse, abbaiante, canina, quasi come una foca, ci guardavamo e ci dicevamo “ecco ci siamo…”

Siamo arrivati a quasi 6 anni e questo è il primo inverno (ma diciamolo sottovoce, incrociamo tutto l’incrociabile e rimaniamo comunque pronti al peggio) che non abbiamo avuto episodi di laringospasmo. Una speranza per noi che diventi DAVVERO solo un brutto ricordo. E anche per te che ci leggi: tieni duro!

Paola Agostini