Pesce in svezzamento: consigli per i genitori e ricette

Tempo di svezzamento? Se in famiglia si segue una dieta onnivora, è ideale proporre il pesce anche ai bambini sin dall’inizio dello svezzamento.

Nelle prime settimane, se i genitori preferiscono, è possibile utilizzare prodotti dedicati all’infanzia, come gli omogeneizzati a base di pesce, oppure frullare il pesce preparato in casa. Man mano che i bambini crescono è importante invece differenziare i sapori e le consistenze, proponendo diversi tipi di pesce con varie ricette, cotti in umido, al forno, in zuppa, sbriciolati o a pezzetti. 

In questo articolo andremo quindi a vedere quali sono le tipologie di pesce da preferire in svezzamento, come prepararle e offrirle, andando a rispettare le caratteristiche di sicurezza e le necessità di stimolare l’autonomia dei bambini.

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Pesce: quando iniziare a proporlo in svezzamento

Come anticipato, non c’è motivo per posticipare l’inserimento del pesce in svezzamento.

Infatti, non è stato dimostrato che tardarne l’inserimento nella dieta dei bambini possa prevenire l’insorgenza dell’allergia. Anzi, sembra addirittura che inserire gli alimenti potenzialmente allergizzanti nei primi mesi di svezzamento abbassi la probabilità di manifestare forme allergiche.

Vale lo stesso discorso per i crostacei e i molluschi. Non esiste un momento preciso per iniziare a proporli, quindi si possono inserire in svezzamento già dai 6 mesi. Crostacei e molluschi però, a differenza del pesce a tranci o filetti, possono risultare duri o molto gommosi, quindi per proporli in sicurezza è indispensabile triturarli finemente all’inizio dello svezzamento.

Man mano che i bambini migliorano con la masticazione e la gestione dei pezzi, se abbiamo dei prodotti morbidi potremo aumentare un po’ la dimensione dei tocchetti.

Quale pesce scegliere in svezzamento

Tra i numerosi buoni motivi per offrire il pesce in svezzamento vale la pena citare il contenuto di grassi essenziali chiamati Omega-3.

Questi grassi sono particolarmente importanti in gravidanza, allattamento e svezzamento perché contribuiscono allo sviluppo del sistema nervoso nei bambini fino all’età scolare. Essendo dei grassi, gli Omega-3 sono presenti nei pesci più grassi, mentre sono carenti nei pesci più magri. Per questo motivo, tra i pesci da preferire in svezzamento ci sono quelli più grassi come sgombro, sarde, alici, orata, branzino, salmone.

I pesci invece da limitare sono quelli di grossa taglia, come tonno e pesce spada. Nonostante siano anch’essi ricchi di Omega-3, si portano dietro un rischio maggiore di contaminazione da metalli pesanti, in particolare metilmercurio. Per questo motivo, i pesci di grossa taglia andrebbero offerti in piccole quantità e solo occasionalmente.

Pesce fresco, surgelato o conservato?

La qualità nutrizionale del pesce surgelato presente in commercio è paragonabile a quella del pesce appena pescato.

Inoltre gli Omega-3, come anche gli altri valori nutrizionali caratteristici del pesce, si mantengono bene sotto zero; quindi in base alla comodità e alle abitudini della famiglia, si può scegliere di proporre in svezzamento sia il pesce sia fresco, sia surgelato.

Nella scelta dei prodotti surgelati, è importante prediligere filetti o tranci senza aggiunta di panature o condimenti; i prodotti più lavorati come burger, bastoncini e piatti pronti già conditi andrebbero proposti solo occasionalmente, in particolare nel primo anno di vita, quando i bambini stanno sperimentando gli alimenti per le prime volte.

Vale lo stesso discorso per i prodotti a base di pesce conservato, ad esempio sott’olio, al naturale oppure affumicato. È possibile introdurli occasionalmente in svezzamento, lasciando sempre più spazio ai prodotti freschi o surgelati. La nota negativa dei prodotti conservati è legata al loro elevato contenuto di sale, per questo motivo nei casi in cui volessimo realizzare una ricetta con dello sgombro in scatola o del salmone affumicato, sarebbe opportuno evitare di aggiungere ulteriore sale nella preparazione. 

Come cucinare il pesce in svezzamento

Siamo stati abituati a pensare che in svezzamento tutti gli alimenti vadano proposti lessati o al vapore. Tuttavia, sappiamo che la cottura in forno o in umido del pesce può essere ritenuta sicura e ideale sin da inizio svezzamento. Questo fa sì che si possa unificare facilmente il menu di tutta la famiglia.

Vediamo insieme qualche esempio pratico: è possibile cuocere i filetti di pesce al forno, marinati con limone ed erbe aromatiche, oppure ricoperti con saporite panature a base di pangrattato e spezie. Anche in padella possiamo sfruttare la cottura in umido, con pomodorini oppure polpa di pomodoro. Anche le polpette realizzate con il pesce, a partire da pesce crudo oppure cotto, possono poi essere cotte in umido in padella oppure panate al forno. 

Quanto spesso proporre il pesce in svezzamento

Il pesce viene considerata una “fonte proteica”, quindi idealmente andrebbe proposto sempre accompagnato da un cereale o suo derivato (come pane o pasta) e da un contorno di verdura.

Questi 3 gruppi alimentari rappresentano il pasto completo, che può essere composto da più ricette, oppure da una ricetta unica. Il pesce in svezzamento dovrebbe rappresentare la fonte proteica del pasto almeno 3 volte a settimana, volendo anche 4. Tra queste porzioni settimanali, è ideale dedicare maggiore spazio al pesce fresco (o surgelato) più ricco di grassi e di piccola taglia. È possibile proporre settimanalmente anche molluschi o crostacei, ad esempio una volta a settimana. 

Sicurezza e autonomia a tavola

Per ovvie questioni di sicurezza, il pesce, soprattutto in svezzamento, va sempre proposto ben cotto.

Si può acquistare il pesce già pulito, ad esempio a tranci o filetti, ma è comunque ideale ricontrollarlo prima della cottura. È possibile infatti individuare facilmente le spine centrali nei filetti di salmone, orata o branzino, ed eliminarle con delle pinzette. Anche da cotto è bene ricontrollare il pesce prima di offrirlo ai bambini. Può essere utile sapere che la parte finale del filetto, quella vicino alla coda, è solitamente più sicura e povera di spine.

Per stimolare la masticazione e permettere ai bambini in svezzamento di scoprire diverse consistenze, sarebbe ideale non frullare il pesce, o farlo solo durante le prime settimane.

Successivamente si può iniziare a sbriciolare il pesce con le mani all’interno delle pappe. Entro gli 8-9 mesi, per stimolare l’autonomia a tavola, sarebbe ideale iniziare a proporre il pesce in modo che i bambini possano consumarlo con le mani, ad esempio sotto forma di polpette tagliate a spicchi, bastoncini, oppure a tocchetti.

Francesca Ghelfi, Nutrizionista