Sono bis-mamma e quindi ho una certa esperienza sul campo in materia di pianti e malanni. In oltre cinque anni ne ho viste di ogni, inclusa purtroppo la rianimazione pediatrica, ma non dimenticherò mai il primo pianto inconsolabile del mio primogenito, e anche la prima volta che si è ammalato sul serio. Broncospasmo, of course.

Pianto e panico

I bimbi vengono al mondo piangendo. E se hai avuto un buon pediatra o fatto letture valide sul tema, saprai che il pianto dei neonati non vuol dire sempre e solo dolore, anche se noi adulti piangiamo soltanto quando soffriamo e in casi eccezionali piangiamo dal ridere.

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Però presto o tardi, per noi fu la fine del primo mese di vita del piccolo, arriva quel pianto inconsolabile che rende inconsolabili e parecchio isterici anche mamma e papà

E lì le provi tutte: latte, pannolino, febbre, pancino, fascia, culla, braccia, automobile. Tutto il repertorio in un crescendo di ululati e nervosismo. Poi passi alla scansione della rubrica telefonica in cerca di genitori esperti come nonni/parenti/amici, oppure parte lo sfogo scomposto sui social.

Io quella volta lo capii al termine della giornata qual era il problema, e probabilmente anche tu lo capirai dopo un po’. L’unica cosa che posso assicurarti è che coi neonati ci vuole tempo, per conoscersi e capirsi, e ad un certo punto riesci ad associare ad ogni tipo di pianto il relativo sentimento o la relativa esigenza.

Malattia e paure

Febbre alta, difficoltà a mangiare e respirare. Il primo malanno serio dei miei bimbi si è manifestato così in entrambi i casi. Quindi so. So cosa vuol dire sentirsi totalmente impotenti davanti a qualcosa che sta assalendo quella creatura che tu hai promesso di proteggere dal giorno in cui hai fatto il test di gravidanza ed è risultato positivo.

E l’impotenza porta a reagire anche in questo caso in maniera scomposta e a tratti disperata. Il risultato spesso sono corse al Pronto Soccorso senza che ce ne sia bisogno e rischiando di esporre il piccolo a reali rischi di contagio (il PS è un ricettacolo di malattie a volte anche molto gravi). E quindi è sempre meglio cercare di mantenere la calma e di consultare il pediatra. Non amici/parenti/nonni e social, il pediatra. Fondamentale.

Keep calm and…

Che sia pianto inconsolabile o una patologia momentaneamente ignota, la cosa più difficile ma importante insieme è mantenere calma e lucidità. Devi farlo per te ma anche per il piccolo, che assorbe tutte le nostre sensazioni, inclusi panico e paura.

Devi mantenere la calma perché così anche il tuo bimbo si calmerà e si sentirà al sicuro. E poi non bisogna restare da soli, condividere pensieri, paure e dubbi aiuta a superare delle difficoltà che richiedono generalmente un mix di tempo e pazienza. Perché i piccoli crescono, iniziano a parlare anziché piangere e diventano sempre più forti e meno esposti ai malanni.