Allattare è uno dei gesti d’amore che una mamma ha l’opportunità di vivere col proprio bambino. È un’opportunità per creare una vicinanza e una relazione di conoscenza e condivisione proprio come possono essere altri momenti.

La cosa più sorprendente di questa esperienza è la fiducia e l’abbandono al proprio bambino che stanno alla base. Vivere al meglio questo viaggio fin dai primi passi è fondamentale, proprio per questo non bisogna avere paura di affidarsi e chiedere il supporto di una specialista, come la dott.ssa Maria Chiara Alvisi, ostetrica esperta in riabilitazione perineale, presente presso il Centro Living Suavinex Milano. La dott.ssa Alvisi risponde alle nostre domande e ci spiega in video come attaccare il proprio piccolo.

Come iniziare bene?

Allattare il proprio cucciolo al seno è un gesto d’amore e tenerezza che nutre a livello biologico, ma anche affettivo e relazionale. Come succede ogni volta che si affronta un nuovo percorso ci vuole pazienza e tempo all’inizio.

E la vicinanza, una cosa semplice e quasi scontata (ma nulla è scontato nella maternità) è la parola d’ordine.

Quando mamma e bambino sono vicini per la maggior parte del tempo sin dai primissimi attimi dopo la nascita è più facile rispondere rapidamente ai bisogni del piccolo e mantenere viva una simbiosi che da passiva diventa attiva. Offrendo il seno frequentemente nei primi giorni si anticipa il passaggio dal colostro al latte (la cosiddetta montata lattea) permettendo una miglior ripresa del peso neonatale e un’adeguata stimolazione del seno che sarà in grado di rispondere alle richieste del proprio bambino.

Essere vicini è il modo migliore per iniziare a conoscersi e scoprirsi!

Quando allattare è doloroso?


Alcune mamme riferiscono di aver provato dolore durante le prime poppate, ma lo consideravano quasi normale all’inizio.

Il dolore in realtà è sempre un importante campanello d’allarme da non sottovalutare: può indicare un attacco scorretto, una posizione anomala o situazioni che richiedono attenzioni particolari. Allattare al seno non deve mai essere doloroso ed è buona norma considerare ciascuna sensazione corporea chiedendo un supporto da parte di un’ostetrica.

Il seno è una delle zone più delicate del nostro corpo e proprio per questo occorre che sia stimolato correttamente, senza creare fastidi o dolori che non aiutano la relazione e possono minare la serenità di questa esperienza.

Un solo attacco scorretto del piccolo al seno può creare piccole fissurazioni al capezzolo (si chiamano ragadi), screpolature, infiammazioni, e mettere a rischio il benessere della mamma.

È quindi importante chiedere una valutazione ostetrica alla prima sensazione fastidiosa, in modo da correggere prontamente l’attacco e la postura del piccolo.

Durata, frequenza posizioni: quali regole?

Una sola regola d’oro: uscire dal tempo dell’orologio, quello della fretta, ed entrare nel tempo del nostro bambino, che è un tempo di lentezza. L’allattamento, così come l’accudimento, l’addormentamento, non sono improntati alla velocità: pensiamolo come un grande regalo che ci fa il nostro bambino!

Una poppata può durare pochi minuti come un’ora; il piccolo può chiedere il seno ogni 4 ore come dopo 30 minuti. La durata e la frequenza delle poppate dipendono molto dall’età del bambino, dal momento della giornata e dalla stagione. D’estate per esempio è normale che il piccolo chieda di attaccarsi al seno più spesso per poche suzioni, per idratarsi e saziare la sete, lasciando la componente più nutritiva per il pasto successivo.

Un bambino in salute è in grado di regolarsi autonomamente sulla base delle proprie sensazioni. Diventa quindi fondamentale che la mamma risponda alle richieste del proprio piccolo senza imporre delle regole esterne.

Un neonato viene al mondo con delle competenze precise che guidano la sua sopravvivenza, ci chiede solo di essere ascoltato e infine… scopriremo che imparare a fidarci del nostro piccolo sarà l’aspetto più gratificante!

Allattare fa bene a mamma e bambino: perché?

Sappiamo tantissimo sui benefici dell’allattamento al seno per il bambino: protegge dalle otiti, dalle infezioni alle alte vie aeree e al tratto gastrointestinale, migliora la termoregolazione nei primi giorni di vita, favorisce un contatto prolungato e una corretta respirazione, abbassa i livelli di glucosio e di cortisolo nel sangue e favorisce l’accompagnamento al sonno.

Sappiamo invece poco dei vantaggi per la mamma.

Le donne che allattano recuperano il peso pregravidico più velocemente (un’importante quota calorica va nel latte!), hanno un miglior tono dell’umore riducendo il rischio di disturbi depressivi, riprendono più tardivamente il ciclo ovarico e godono di un minor rischio di tumore al seno.

Allattare richiede un contatto prolungato tra la mamma e il suo piccolo: permette loro di conoscersi, contribuendo a far sentire le mamme più competenti e a nutrire la relazione d’amore con il proprio cucciolo che le guiderà nel tempo.