10 cose che non avresti mai pensato prima di diventare genitore
Mi ricordo come se fosse ieri e non 5 anni fa.
Mi ricordo la pace notturna, il silenzio della casa buia e calda, la pace del risveglio solitario e della lettura in due sul divano, senza bisogno di parlare né di dirsi niente.
Momenti felici. Momenti finiti.
Mi ricordo altrettanto chiaramente l’emozione della prima volta che siamo tornati a casa in tre. Non più solo coppia, ma famiglia finalmente.
E mi ricordo di come ho avuto la percezione, netta, che la mia vita era cambiata. Irrimediabilmente cambiata.
Eccole qui 10 cose che non avresti mai pensato di fare prima di diventare genitore:
- Non dormire. Una volta si dormiva ininterrottamente, magari la domenica mattina fino a tardi. Ora invece la sveglia biologica dei bambini suona al massimo alle ore 7.30. Non c’è festa che tenga. La notte è possibile svegliarsi anche 4/5 volte. La colpa può essere della pipì, della sete, del freddo, del caldo, del raffreddore, di un brutto sogno. Fatto sta che non si dorme. Non si dorme più.
- Non andare più in bagno da sola. Il bagno è, per tutti noi, un momento intimo e privato. Quando arrivano dei figli invece, la porta è sempre spalancata e, personalmente, credo di non essere più andata in bagno sola nemmeno una volta in 5 anni. Nemmeno una, capite? E nemmeno per fare la cacca. E non ditemi che per voi non è lo stesso.
- Parlare della popò con disinvoltura. Cioè, intendiamoci, io non sono timida, però non è che normalmente vado in giro a parlare di cacca o affini. Chiunque abbia un figlio sa invece quanto l’argomento popò o pupù sia interessante. Così interessante che possono nascere nuove amicizie tra genitori solo parlando di questo. (Se vi state domandando se il genere umano si estinguerà, la risposta è probabilmente sì).
- Preoccuparsi (in modo paranoico) per la salute del bambino al suo primo starnuto. Sì, lo so. Io sono ipocondriaca eh. Avete ragione, sì sì. Ma se avete avuto un figlio che è andato al nido sapete anche voi perché lo si diventa. Tutto inizia con un innocente moccio al naso. Cosa volete che sia un innocuo starnuto? Da lì, invece, partirà la malattia rara più sconosciuta del pianeta che infetterà voi e la vostra famiglia obbligandovi a lunghi periodi di degenza (e stare chiusi in casa con bambini malati, non è esattamente uno spasso).
- Pensare prima ai vostri figli che a voi stesse. Magari sarete moribonde, stanche morte, con un unico desiderio: morire sul divano. E invece vi metterete a preparare la cena preferita dei vostri figli (probabilmente lasagne al forno fatte totalmente in casa) o giocherete con loro a rincorrervi o non so quale altra diavoleria. Ma prima vengono loro, i bambini, e poi noi mamme.
- Uscire di casa in tuta. Lo so, tutte noi giuriamo di non farlo prima di avere dei figli e ci impegniamo pure. Ma a volte, il sabato mattina, quando la disperazione ci prende perché gli asili sono chiusi, può succedere. Una tuta è calda. E’ comoda. E alla fine chi se ne importa di come ci guardano gli uomini? (Soprattutto, gli uomini ci guardano ancora nonostante i marmocchi urlanti?).
- Dire bugie a fin di bene. Bugie piccole. Tipo che la lumachina a cui abbiamo pestato il guscio ne troverà un altro e sopravviverà. Cose così, che però lasciano aperta la possibilità di sognare e di credere che alla fine andrà tutto bene, anche quando tutto sembra andare per il peggio.
- Dormire in due centimetri di letto. Il nostro letto non è più nostro, ma della famiglia. Quindi a parte noi e il nostro compagno è probabile che arrivino nell’arco della notte i bambini. Bambini che pur essendo alti meno di un metro, riescono ad occupare i tre quarti del letto. Così voi vi troverete a dormire in due centimetri di quello che sarebbe un letto matrimoniale king size.
- Temere l’adolescenza (come si trattasse della peste nera). Dai, davvero, quale mamma non ha paura dell’adolescenza dei propri figli?
- Incitare alla violenza. Ora mi spiego, non fraintendetemi. I bambini sono cattivi tra loro, a volte. I maschi molto spesso lo sono anche fisicamente. Certo, bisognerebbe spiegare loro la validità di un confronto aperto, senza pregiudizi, che affronti le diversità con apertura e democrazia. Ma a 4 anni, quando vostro figlio le prende da un bambino più grande e prepotente, c’è solo una cosa da dire: dagliele indietro più forte. Molto, molto più forte. Ecco, non avrei mai creduto di dirlo e invece…
Ci sono tanti avvenimenti che ci cambiano la vita.
Un nuovo amore, un nuovo lavoro, una nuova casa.
Niente però ce la cambia come avere dei figli. E anche se il bagno è sempre troppo affollato e dormire è solo un ricordo lontano, la felicità è entrata in casa con le loro risate e le loro grida, e vale assolutamente tutta la fatica e il tempo richiesto.