Adottare un bambino, in Italia o all’estero, non è solo una scelta consapevole e ben maturata ma anche un cammino da affrontare preparati anche sugli aspetti più pratici e burocratici.
A chi rivolgersi, quali sono i tempi e cosa ci chiederanno? E anche: meglio l’adozione nazionale o quella internazionale?
Queste sono solo alcune delle domande che i futuri genitori si pongono e che, nelle difficoltà del momento, spesso gettano nell’ansia, tanto da scoraggiare molti. Adottare invece è un grande atto di amore e forte responsabilità. Ci spiega come fare l’avvocato Michela Scafetta, specializzata in diritto di famiglia.
1) Vorrei adottare un bambino: quali sono i primi passi?
C’è un primo requisito imprescindibile in Italia: essere sposati o conviventi (con attestazione anagrafica) da tre anni. Se si possiede questa condizione bisogna rivolgersi al Tribunale dei minorenni competente per la propria regione: è necessario riempire una modulistica con una serie di autocertificazioni e con la dichiarazione dei “futuri nonni” di essere disponibili ad accogliere un minore.
Dopo aver completato tutta la documentazione e aver depositato la domanda di adozione al Tribunale, si viene inseriti in un albo o lista di coppie che sono disponibili ad adottare. A distanza di qualche mese i futuri genitori sono chiamati dai Servizi sociali di zona per una serie di colloqui sia con lo psicologo sia con le assistenti sociali. Al termine di questi incontri avviene una visita domiciliare presso l’abitazione dei possibili genitori per valutare se sia o meno idonea ad accogliere un bambino.
Dal momento la coppia viene inserita in un archivio in attesa di poter essere ritenuta idonea, per età e altro, e accoppiata a un minore adottabile.
Invece, nell’adozione internazionale, è necessario, dopo aver depositato la domanda e superato i colloqui, procedere con l’udienza presso il giudice onorario che sancisce l’idoneità ad adottare un bambino. In caso positivo, è allora possibile scegliere un Ente internazionale per avere un bambino in adozione.
2) Ci sono delle caratteristiche/requisiti da rispettare?
Oltre ad essere sposati o conviventi da tre anni, entrambi i coniugi devono godere di una buona salute e non avere problemi mentali, inoltre esistono dei limiti di età di cui tenere conto: il coniuge più giovane deve avere una differenza di età compresa fra i 18 e i 45 anni rispetto al bambino da adottare, in generale, con poi qualche eccezione. Ad esempio in una coppia di 46 e 42 anni i coniugi possono adottare un bambino di pochi mesi, in una invece di 49 e 47 anni un bambino di almeno 2 anni. Ovviamente, devono anche garantire un reddito tale da permettere al minore adottato di vivere decorosamente.
Aggiungo che in Italia non è permesso a single e coppie omosessuali di adottare, all’estero sì.
3) Rispetto all’adozione nazionale quella internazionale cosa implica?
Un percorso, costi e tempi diversi. Con l’adozione nazionale si adotta in Italia (anche un bambino che nasce in Italia da coppia straniera) ed è un cammino più lungo e difficile ma sicuramente più economico. Con l’adozione internazionale si adotta un minore Straniero tramite un Ente internazionale ed è sempre necessario il decreto di idoneità del Tribunale dei minorenni. L’ adozione internazionale ha dei tempi e dei costi più elevati, a causa dei viaggi e della permanenza all’estero, ma di certo ha più certezza di riuscita in quanto l’Ente, con un decreto di idoneità, con certezza trova il minore da affidare e adottare alla famiglia.
4) Che tempi e costi mi aspettano in caso di adozione internazionale?
L’iter presso il Tribunale dei minorenni dura un anno circa, poi dipende dall’ente, nel caso dell’adozione internazionale, a cui ci si rivolge e al paese che si sceglie per adottare. I tempi sono di 2\3 anni.
I costi Dipendono dall’Ente o dal Paese che si sceglie, dal numero dei viaggi che bisogna fare prima di adottare il bambino. Diciamo un minimo di 15 mila (per un’adozione in Europa) a un massimo di 40 mila per un’adozione in Cina, a titolo esemplificativo.
5) E in caso di adozione nazionale?
L’inserimento della coppia come idonea ha una validità di tre anni, dopo questo termine se non c’è stata assegnazione, bisogna ripetere tutto da capo.
6) Che cosa si intende per affidamento predottivo?
Si tratta di un affidamento a rischio giuridico, un minore che non è ancora adottabile, per svariate ragioni e che può diventarlo o meno. In questa fase si affida a una coppia che potrà adottarlo o anche non adottarlo, perché il minore potrebbe tornare nel nucleo familiare di origine (es. madre drogata in cura presso un centro di riabilitazione).
7) È bene rivolgersi anche a uno psicologo?
Lo consiglio sempre, sia dal punto di vista strategico sia di quello di sostegno alla coppia. E’ bene avere qualcuno che sostenga i coniugi nella difficoltà di questo cammino.
Intervista di Miralda Colombo