Il ciuccio per molti bambini è il primo compagno di vita dopo mamma e papà, è la copertina di Linus che li fa sentire al sicuro e li rilassa. Per i miei figli, soprattutto per il più grande, è proprio così. Avremmo dovuto togliergli il ciuccio tempo fa, ormai ha quasi quattro anni, ma l’annuncio e l’arrivo di un fratellino ci hanno fatto desistere. Insomma il mio bambino usa ancora il ciuccio di notte e ce lo chiede quando è molto stanco.

Adesso però è arrivato il momento di eliminare questa appendice e allora ho chiesto in giro e mi sono informata su diversi metodi per farlo.

L’eliminazione secca

Facciamolo e non pensiamoci più! Lo annunciamo al pargolo e da un giorno all’altro via il ciuccio succeda quel che succeda. Anche se sappiamo già quello che accadrà se lui, l’erede, si addormenta solo ed esclusivamente con il suo fidato amico. Ci aspettano notti di pianti inconsolabili, probabili corse nel lettone o richieste di co-sleeping e quant’altro. Basta saperlo.

La fatina del ciuccio

Lei è la sorella più grande della fatina dei dentini ed in fin dei conti contribuisce ad una dentatura migliore per i nostri bimbi. La fatina del ciuccio è un momento magico che ci può aiutare. Insieme al piccolo mettiamo i ciucci in un cestino e posiamolo sul davanzale prima della nanna. La fatina passerà nella notte a ritirarli per donarli ai bimbi piccoli piccoli ma, in cambio, ci lascerà un regalino.

La contrattazione

Se ne parla. Per giorni, per settimane, se necessario per mesi. Ogni tanto si apre l’argomento e si discute circa l’opportunità di usare ancora il ciuccio anche se ormai siamo grandi, andiamo già alla materna e lì nessuno porta il ciuccio. E poi “se parli con il ciuccio non si capisce quello che dici” ed è proprio così. Quante volte il vostro piccoletto vi dice delle cose anche molto importanti, ormai sa esprimersi bene, e voi non capite niente perché ha il ciuccio?

In questo caso ci vuole tanta tanta pazienza e le argomentazioni giuste, quelle che solo mamma e papà possono conoscere, magari chiedendo cortesemente ad amici e parenti di non intromettersi e di non stigmatizzare in continuazione l’uso tardivo del ciuccio.

Il danneggiamento doloso e/o la sparizione

“Io ho fatto presto! Mentre era al nido, un bel giorno ho fatto un taglietto al ciuccio e lui non lo voleva più perché non funzionava” oppure “mentre lui non c’era l’ho buttato e gli ho detto che non lo trovavo più”. Credete si risolva così in fretta? Forse sì, per alcuni di certo. Ma attenzione che il “compriamone uno nuovo” è dietro l’angolo.

Noi ci diamo un po’ di tempo e procediamo con la contrattazione, ma se entro l’estate le “parti sociali” non giungono ad un accordo, passeremo ai metodi alternativi, primo fra tutti quello della fatina.

Voi come avete fatto o cosa pensate di fare?