Svezzamento: quando e cosa dare al bebè
Durante il primo anno di vita dei nostri figli dobbiamo affrontare molte sfide e nuove avventure, situazioni che affrontiamo per la prima volta e che a volte ci causano molto stress. Probabilmente una di queste sfide è l’introduzione dell’alimentazione complementare, concetto che ha sostituito nel tempo il più comune termine “svezzamento“.
La definizione “alimentazione complementare” suggerisce che l’introduzione di alimenti diversi dal latte non avviene improvvisamente sostituendo la poppata al seno con i nuovi cibi (solidi o liquidi), ma che questo percorso avviene gradualmente. Forse avrai già imparato che esistono diversi approcci all’argomento: parenti, amici e pediatri ti avranno probabilmente già immersa di consigli richiesti e no.
Non ti spaventare: è un passaggio naturale e, come per molte cose nella vita, non c’è una soluzione valida per tutti.
Prima dell’alimentazione complementare: l’allattamento al seno
Il latte materno è il miglior cibo per un bambino. Più lungo è il periodo in cui un bambino beve il latte della sua mamma, maggiori sono le possibilità che goda di buona salute da piccolo e anche da adulto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia l’allattamento esclusivo al seno materno fino almeno al sesto mese di vita. Sempre l’OMS consiglia che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’introduzione di alimenti complementari fino ai due anni di vita ed oltre, o comunque finché mamma e bambino lo desiderino.
Quando introdurre gli alimenti: come riconoscere il momento giusto
Ci sono alcuni fattori che ti permettono di capire se il tuo bambino è pronto per conoscere nuovi alimenti:
- Riesce a stare seduto autonomamente;
- ha appreso la coordinazione mano-bocca e dunque sa portarsi il cibo alla bocca;
- ha perso il riflesso di estrusione, cioè quello che lo porta a rifiutare il cibo quando gli viene proposto cacciandolo fuori dalla bocca con la lingua; si tratta di un gesto involontario che il piccolo fa perché abituato alla poppata.
Come introdurre i primi alimenti
Prima di tutto, dobbiamo tenere presente che il cibo deve essere introdotto a poco a poco: il tuo bambino deve abituarsi ai nuovi sapori, alle diverse consistenze, il che significa che l’alimentazione con cibi solidi richiederà un po’ di tempo.
L’alimentazione complementare è come un’avventura in cui tu, mamma o papà, devi accettare la sfida di di migliorare anche la tua alimentazione: solo così sarà più facile accompagnare il tuo bambino in questo percorso, offrendogli cibi freschi e di stagione, semplici e mai elaborati.
La fretta o la routine imposta dai rigidi orari di lavoro a volte ci costringono a dimenticare un po’ la nostra salute, non è forse vero? L’arrivo di un bambino cambia il nostro assetto mentale: ora dobbiamo pensare al benessere del piccolo.
Frutta: meglio omogeneizzata o a pezzi?
La frutta è una fonte indiscutibile di nutrienti, vitamine e fibre: è dunque fondamentale sia nell’alimentazione dei bambini che in quella degli adulti. Il modo tradizionale di offrirla ai bambini piccoli è in forma di purea o come succo di frutta. Attualmente però molti pediatri suggeriscono di dare al bambino la frutta a pezzi grandi, così che possa succhiarli senza rischiare il soffocamento per averne ingoiato accidentalmente un pezzo.
Perché? Da un lato, questo rende i bambini familiari con le diverse consistenze della frutta e in grado di riconoscerla nel suo stato originale. D’altra parte, le pappe sono preparate con molta frutta, quindi hanno una densità nutritiva troppo alta per il bambino.
Miele e tonno, a cosa fare massima attenzione
Fino a poco tempo fa, si suggeriva di evitare l’introduzione di alimenti considerati fortemente allergenici, come uova, frutta secca e pesce. Oggi ci sono sufficienti studi per dire che invece proprio l’introduzione tardiva di questi alimenti può generare l’emergere di alcune reazioni al momento della loro assunzione. L’assunto principale resta invece quello di introdurre gradualmente tutti gli alimenti e assicurando nella dieta del bambino la varietà e la ciclicità di tutti i cibi.
Va detto però che bisogna comunque prestare particolare attenzione ai pesci di grandi dimensioni, come il tonno, perché contengono un alto contenuto di mercurio. Un alimento che invece resta vietato fino al primo anno di vita è il miele. In questo caso non si tratta di un’allergia, ma di un batterio che può provocare il botulismo infantile, una condizione gastrointestinale rara ma grave.
Dare l’esempio
Quando ci avviciniamo alla fase dell’alimentazione complementare, il nostro esempio è fondamentale per i bambini, perché sono grandi imitatori. Se li mettiamo a tavola dove tutta la famiglia segue un’alimentazione equilibrata e sana, sarà più facile per loro essere incuriositi dagli alimenti.
Non ci sono solo vantaggi nutrizionali nel sedersi a tavola: le sane abitudini, come il trascorrere insieme il momento del pasto, sono “contagiose” e si trasmettono generazione dopo generazione. Spegni il telefono, la televisione o il tablet mentre sei a tavola con il tuo bambino e dedicagli tempo e attenzione: così il tuo piccolo imparerà da subito che il pasto è soprattutto un momento importante di condivisione. Scoprirai anche tu presto che può essere un’occasione preziosa per stare accanto al tuo piccolo e godere delle sue prime conquiste.