Diventare papà per la prima volta: una guida in 10 punti!

Oggi come oggi, diventare papà è, se possibile, ancora più difficile. La figura maschile da qualche tempo a questa parte è completamente cambiata rispetto un tempo. Non è più la madre che si occupa a tempo pieno dei piccoli. Ormai la maggior parte delle famiglie vede impegnati con il lavoro a tempo pieno sia il padre sia la madre, quindi quando arriva un nuovo nato in famiglia la gestione del piccolo è equamente distribuita. 

Un tempo era tendenzialmente più facile fare il papà: al piccolo ci pensava la mamma, al padre rimaneva il compito di giocare una volta tornato dal lavoro. Per carità: dopo una giornata sfiancante forse i papà avevano anche voglia di riposarsi, ma tutta la gestione che andava dal cambio pannolini, alle poppate, alle nanne era in mano alle figure femminili.

Diventare papà, tra dubbi, istinto e consapevolezza

Quando manca poco all’arrivo della cicogna così come le madri, anche i padri vengono assaliti dai dubbi: “Sarò capace di fare il papà?”

Sicuramente una buona parte del lavoro lo fa l’istinto: se c’è l’amore, la voglia di impegnarsi nel guidare la nuova creatura nel cammino della vita, sarà difficile ottenere un cattivo risultato. Non va dimenticato che ognuno di noi ha ricevuto a propria volta un’educazione che in un modo o nell’altro influirà nel percorso di crescita anche del proprio figlio: delle basi, quindi, sono già tracciate. Sta al genitore decidere se seguire quella strada oppure no. Ma che cosa significa diventare papà per la prima volta? Ecco dieci pratici punti per affrontare questo nuovo inizio senza stress.

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Diventare papà la prima volta: una guida passo passo!

  1. Il papà è il papà, non è il “mammo”
    Quella del padre è una figura ben definita, con un ruolo altrettanto determinante. Non bisogna cercare di prendere il posto della figura materna, meglio rispettare i ruoli e concentrarsi sul rapporto padre-figlio, senza fare paragoni. Il piccolo vuole stare sempre con la mamma? Niente paura, è normale all’inizio, il papà non ha nessuna colpa, è solo la natura delle cose, che con il passare del tempo evolveranno.
  2. La madre nei nove mesi della gravidanza vive un’esperienza unica, che contempla anche il cambiamento del corpo, che la accompagna verso la nuova esperienza della genitorialità in un modo unico. Per il padre non è la stessa cosa, ma questo non significa che non possa vivere parte delle emozioni di questa gravidanza. Se vissuta in maniera consapevole e partecipata, la gravidanza rappresenterà un percorso molto formativo per il papà, che alla nascita sarà quindi già naturalmente predisposto al ruolo.
  3. Affiancare la mamma durante le visite, sentire il battito del bambino, assistere ai primi movimenti del pancione permetterà al padre di sentirsi parte appieno di questa incredibile esperienza. Il padre vive una sorta di “gravidanza mentale”: alcuni studi rivelano addirittura che cambiamenti ormonali simili a quelli materni si verificano anche nei partner. Insomma, anche il corpo ci mette del suo per far diventare l’uomo papà.
  4. Sentirsi subito padri? Non è così scontato. All’inizio il bambino potrebbe essere visto come un intruso nella vita di coppia. Non bisogna farsene una colpa: meglio accogliere la sensazione di disagio con tranquillità e con la consapevolezza che tempo qualche mese e fare il padre sarà davvero la cosa più bella del mondo. La vita di coppia inizialmente subirà qualche contraccolpo, ma con il passare del tempo si troveranno nuovi equilibri.
  5. Tutti e due i ruoli sono necessari. Il padre non è accessorio. Oggi si è arrivati alla conclusione che il padre è fondamentale per liberare i figli e le stesse madri dallo stereotipo della madre che cresce i figli e, di conseguenza, imposta l’educazione in autonomia e senza confronti. La presenza di tutte e due le figure, da cui consegue una doppia influenza, permette ai figli anche di aprire la mente. Vietato quindi sentirsi esclusi. Una volta impostata una linea educativa condivisa, spazio alla diversità, che arricchisce!
  6. Essere padre non è una passeggiata, soprattutto perché i tempi sono cambiati. Cambi pannolino, giochi da fare anche quando si vorrebbe risposare, notti insonni, pappe rifiutate possono mettere a dura prova un genitore, ma ad ogni sorriso del piccolo, ogni fatica verrà premiata e dimenticata.
  7. Vietato stare fermi. Il divano non servirà più per qualche tempo, se non ad accogliere i genitori stanchi a fine giornata. I bambini adorano muoversi, esplorare, scoprire cose nuove. Va da sé che bisogna stargli accanto. Sedetevi per terra, giocate con le bambole o le macchinine, sporcatevi insieme al vostro bambino: si creerà un legame magico.
  8. Si dormirà molto poco, soprattutto i primi tempi, e andare al lavoro il giorno dopo equivarrà a un’impresa eroica, ma quel musetto e quegli occhietti vispi al risveglio daranno sempre tutta l’energia necessaria per affrontare una nuova giornata e nuove sfide.
  9. Il papà diventerà sempre di più il punto di riferimento. Con la crescita il bimbo o la bimba tendono a prendere il padre come esempio. Questa è una grande responsabilità, ma anche un grande motivo di orgoglio, che incentiva il genitore a fare sempre meglio.
  10. Comunque andrà, nonostante tutte le difficoltà e i momenti di sconforto, sarà un’esperienza unica, irripetibile e bellissima, della quale godere appieno!

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