Nella Grecia classica le fratrie erano gruppi familiari di fratelli, sorelle che trovavano nella discendenza comune la forza di essere solidali e uniti fra loro.

Oggi la fratria è la famiglia allargata nella quale trovare nuovi legami, relazioni ed equilibri inaspettati nonostante la difficoltà della sfida. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Annalisa Valsasina, psicologa psicoterapeuta con una specializzazione in Analisi Transazionale che si occupa di supporto alla genitorialità ed è attiva presso il Centro Berne  e il Centro Living Suavinex Milano.

Famiglia allargata: una sfida possibile?

Esistono ormai composizioni estremamente variabili di famiglia, tanto che le famiglie allargate sono sempre più numerose. E’ naturalmente una sfida possibile, ci sono senza dubbio difficoltà e attenzioni specifiche, ma alcune accortezze possono aiutare e alla fine trasformare queste situazioni in opportunità e in una rete di sostegno e di relazione ricca e nutriente per chi ne fa parte.

Possono essere composte da una coppia e i figli precedenti di uno dei due coniugi, oppure una coppia e i figli precedenti di entrambi i coniugi oppure ancora arricchirsi dei figli della coppia stessa.

Possono prevedere figli conviventi (spesso quelli della donna) oppure figli che “vanno e vengono” secondo giorni e ritmi stabiliti.

Genitore acquisito: quale ruolo?

Senza dubbio non è un ruolo semplice: spesso risente di un immaginario collettivo negativo, pensiamo ai termini matrigna e patrigna che contengono in sé già un giudizio dispregiativo su queste figure, non rendono bene la relazione anche profonda e affettiva che si può creare con il terzo genitore, soprattutto quando è una figura presente fin da piccoli.

È un ruolo che può assumere caratteristiche diverse anche in funzione dell’età dei figli dell’altro membro della coppia. Non esistono conformazioni rigide e univoche di rapporti.

Più i figli sono piccoli più probabilmente è facile per la nuova figura entrare in contatto con loro attraverso il gioco o le attività condivise, sempre però a piccoli passi e rispettando i tempi del bambino. Questa pazienza, disponibilità all’attesa vale ancora di più quando i figli sono nella fase scolare o in età adolescenziale, periodo in cui può essere difficile accettare la separazione dei genitori prima e l’ingresso di una nuova persona poi.

Il terzo genitore non può “imporsi” alla presenza di questi ultimi, anche se il genitore biologico sta vivendo un momento di rinascita affettiva. E’ un processo di integrazione, anche per l’adulto, che richiede tempo, sensibilità, comprensione e diplomazia e una grande capacità di dialogo con il proprio compagno/a al fine di comprendere e superare le diverse situazioni.
I figli collaborano al buon equilibrio della nuova famiglia solo se si sentono ascoltati, accolti e compresi e se ricevono attenzione per i loro bisogni, che naturalmente andranno poi integrati con i bisogni degli adulti in gioco.

Il terzo genitore può assumere una funzione educante, ma non deve mai sostituirsi al genitore reale o ostacolare la relazione dei figli con la famiglia biologica.

E’ difficile per lui/lei anche perché non c’è un ingresso nel mondo genitoriale progressivo (come per i genitori reali che vivono dalla gravidanza la trasformazione della loro identità) ma il figlio del compagno/compagna si inserisce da subito nella vita della coppia, spesso in un momento in cui la stessa è ancora in una fase di scoperta e consolidamento.

Il terzo genitore può essere una grande risorsa per i bambini/ragazzi, perché diventa un ulteriore punto di riferimento nel corso della crescita.

Genitori biologici e genitori acquisiti: come far funzionare l’intreccio di famiglia vecchia e nuova?

Servono confini chiari, molta comunicazione e rispetto reciproco.

È importante anche una buona solidità e sicurezza del rapporto tra i nuovi coniugi: se infatti ogni telefonata della ex o del figlio diventa occasione di gelosia o litigio non può funzionare. Se il terzo genitore “pretende” spazi di coppia che non considerano la presenza di un terzo, il figlio nello specifico, non può funzionare alla lunga. Dal punto di vista dei figli poi c’è un tempo di adattamento necessario anche a posizionare il nuovo adulto nel contesto delle loro relazioni familiari.

Non aiutano nemmeno relazioni conflittuali tra gli ex coniugi perché per i figli ci possono essere anche conflitti di lealtà o prese di posizione, per esempio, verso il genitore che non ha ancora ricostruito la sua vita sentimentale o che sentono vittima della separazione.

Occorre anche ben distinguere nel proprio partner il ruolo di compagno/compagna e gli ambiti in cui può esserlo al cento per cento con noi e il ruolo di genitore con le sue responsabilità e i suoi tempi.

Figli, quelli che si hanno già, e quelli che potrebbero arrivare: come gestire le gelosie e dare sicurezza?

Servono tempo, ascolto e pazienza. Non è facile per i figli già presenti inserirsi in una nuova “fratria”, molto dipenderà dalla qualità delle relazioni esistenti tra gli adulti in gioco con lui/lei e tra loro. L’obiettivo è il coinvolgimento, la costruzione di un legame progressivo visto come risorsa per tutti. È importante anche dedicare del tempo esclusivo ai figli già presenti, eventualmente rivedere i tempi di presenza in casa, fornire rassicurazioni sul nostro amore che non cambierà con la nascita di un altro figlio.

Possono essere ripresi anche i temi relativi alla separazione oppure cogliere il nuovo arrivo come momento per raccontare nuovamente la nascita del figlio biologico (ti racconto anche come è stata la tua di nascita). Molto dipenderà anche dall’età dei figli biologici. Crescendo sarà importante per i fratelli poter parlare serenamente delle reciproche famiglie e, perché no, andare a conoscere gli altri genitori e fratelli se ce ne sono.

Famiglia allargata, l’amore si moltiplica ma ci vogliono regole: quali da non dimenticare?

Importante parlarsi, condividere eventuali difficoltà, modi diversi di vedere le situazioni, richieste anche rispetto alla gestione degli spazi di coppia, degli spazi in comune con i figli, degli spazi di confronto e rapporto con il precedente compagno/a.

Il terzo genitore deve sapere che gli ex coniugi devono continuare ad avere momenti di confronto e condivisione rispetto all’organizzazione delle problematiche dei figli, ma nello stesso tempo può negoziare ambiti e confini chiari e rispettosi anche del nuovo nucleo che si sta costituendo e del nuovo legame in corso.

Mai parlare male del precedente coniuge davanti ai figli, mai il terzo genitore deve parlare male del genitore reale o il genitore biologico parlare male del nuovo compagno/a del partner anche se può essere difficile immaginare il proprio figlio in un contesto lontano da noi e in una relazione con una persona che non conosciamo. Serve sempre rispetto delle opinioni educative e anche delle possibili diversità di punti di vista: il bambino apprenderà che non si è tutti uguali e che si possono affrontare le situazioni con vari punti di vista.

Il nuovo nucleo familiare è un’ottima opportunità per i figli per comprendere anche come le relazioni amorose tra adulti possono finire ma che questo non significa rinunciare alla propria vita affettiva.

Miralda Colombo