Febbre Post Parto: le complicanze più comuni
Il periodo immediatamente successivo all’espulsione della placenta è definito “post partum”.
Questo periodo è caratterizzato da profondi cambiamenti per le donne, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Questo perché dopo il parto, il corpo deve riadattarsi alla nuova situazione, alle nuove condizioni ormonali, ad eventuali situazioni avvenute al momento del parto.
Non è sempre facile: molto spesso vengono considerati normali sintomi o segni che possono essere invece spia di complicanze post partum indesiderate.
Febbre Post parto: quando il dolore vuol dire infezione
Le infezioni postpartum comprendono un’ampia gamma di entità che possono verificarsi dopo il parto vaginale e cesareo o durante l’allattamento.
Oltre ai traumi subiti durante il parto o il taglio cesareo, i cambiamenti fisiologici durante la gravidanza contribuiscono allo sviluppo delle infezioni postpartum. Il dolore tipico che molte donne provano nell’immediato periodo postpartum rende anche difficile distinguere l’infezione postpartum dal dolore postpartum.
Alcune situazioni sono più a rischio di infezioni post partum (e di conseguenza in queste situazioni la degenza ospedaliera potrebbe essere più lunga rispetto ai canonici tre giorni): parto cesareo, rottura prematura delle membrane, ispezioni e monitoraggi intravaginali frequenti, vaginosi batterica, diabete, obesità.
Post Parto: febbre, dolore e psicologia!
La febbre postpartum è definita come una temperatura superiore a 38,0°C in uno qualsiasi dei 2 dei primi 10 giorni successivi al parto escluse le prime 24 ore. La presenza di febbre postpartum è generalmente accettata dai medici come un segno di infezione che deve essere determinata e gestita.
Sanguinamento e dolore alla pancia sono normali ma in caso di sanguinamento abbondante e dolore intenso al basso ventre che tende ad intensificarsi è necessario consultare immediatamente il medico, perché potrebbe trattarsi di un’infiammazione o di un’infezione. La prognosi per le infezioni postpartum è buona con una terapia tempestiva e appropriata.
In caso di febbre con temperatura orale superiore a 38 °C, ad insorgenza precoce, dopo le prime 24 ore dal parto, e di durata superiore a 48 ore è molto probabile che sia in atto una infezione puerperale. Le cause più comuni sono le infezioni delle vie genitali, causate da dall’introduzione iatrogena di batteri nelle vie genitali superiori, da traumi e lacerazioni dei tessuti molli, dalle emorragie, che impongono manovre di riparazione e/o formazione di ematomi facilmente infettati. Tuttavia, le infezioni genitali non sono le uniche condizioni che si verifìcano in questo periodo (ingorgo mammario, pielonefrite, tromboflebite) e che possono essere responsabili di febbre alta nella madre.
Endometrite
E’ l’infezione più comune nel periodo postpartum. La modalità del parto è il fattore più importante nello sviluppo dell’endometrite perché il rischio di endometrite è notevolmente aumentato dopo il parto cesareo. Altri fattori di rischio comprendono la rottura prolungata delle membrane, l’uso prolungato dell’ecografia intravaginale, anemia e scarse condizioni igieniche.
Nella maggior parte dei casi di endometrite, i batteri responsabili sono quelli che normalmente risiedono nell’intestino, nella vagina, nel perineo e nella cervice.
Infezioni delle ferite (episiotomia o taglio cesareo)
Molto spesso, gli organismi eziologici associati alla cellulite perineale e alle infezioni del sito di episiotomia sono le specie Staphylococcus o Streptococcus e gli organismi Gram-negativi, come nell’endometrite. Le puerpere che hanno subito un parto cesareo hanno un rischio più elevato per infezione della ferita e complicanze rispetto alle donne che hanno partorito per via vaginale.
Infezioni genitali
L’aumento del rischio di infezioni del tratto genitale è correlato alla durata del travaglio (cioè il travaglio prolungato aumenta il rischio di infezione).
I sintomi che possono comparire sono febbre, dolore al basso ventre, fastidio o dolore alla minzione con o senza ritenzione di urina. In presenza di questi sintomi è importante parlarne con il ginecologo perché, se l’infezione dovesse essere confermata, il trattamento deve essere iniziato il prima possibile per evitare la comparsa di complicanze. Nella maggioranza delle situazioni il trattamento si basa su una antibiotica ad ampio spettro e sulla toilette chirurgica delle ferite infette.
Infezioni del tratto urinario (cistiti, uretriti, pielonefriti)
Sono prevaletemente causate dai batteri che colonizzano la normale flora intestinale, comprese le specie E coli e Klebsiella, Proteus e Enterobacter. L’utilizzo del catatere intravescicale aumenta la probabilità di un’infezione delle vie urinarie.
Ingorgo mammario
Anche l’ingorgo mammario può essere causa di febbre e complicanze nel post partum. L’ingorgo mammario è spesso conseguenza di un insufficiente svuotamento della ghiandola mammaria con le poppate. Di conseguenza, le mammelle diventano piene di latte, dure e molto dolenti. È una situazione che non deve essere trascurata perché, dolore a parte, può favorire l’ instaurarsi di complicazioni infettive a carico della mammella, come la mastite. È necessario prevenire l’ingorgo verifìcando che le mammelle siano ben svuotate al termine della poppata e, in caso di formazione dell’ingorgo, svuotare il seno.
Ragadi
Le ragadi compaiono nei primi giorni del puerperio; la loro insorgenza è favorita da anomalie di forma dei capezzoli e da una scarsa igiene. La lesione consiste in fissurazione singola o multipla alla base o alla punta del capezzolo. Suscitano dolore molto intenso all’attacco e all’inizio della poppata e possono essere facilmente sanguinanti. Anche le ragadi possono, se sede di infezione batterica, rappresentare il primo passo verso complicanze infettive mammarie. Per evitarle è necessario preparare, già nel corso della gestazione, il capezzolo, aumentandone gradualmente I’elasticità, I’estroflessione, la resistenza alla suzione. Durante l’allattamento sarà poi necessario mantenere un’igiene scrupolosa, con accurata disinfezione del capezzolo e di tutta I’areola prima e dopo ogni poppata.
Mastite
È l’infezione che interessa tutta la ghiandola mammaria, dovuta per lo più a stafiIococco aureo, a partenza da ragadi trascurate, e che si propaga per via endoluminale. I sintomi iniziali sono rappresentati da tensione mammaria e febbre. E’ importante iniziare tempestivamente un trattamento antibiotico e antiinfiammatorio per non compromettere l’allattamento
Stati depressivi
Queste sono situazioni ben diverse da quelle descritte sopra, ma altrettanto importanti e meritevoli di diagnosi tempestiva ed adeguata. Sintomi di depressione port partum sono frequenti in una mamma su 10, Stanchezza, ansia, malesseri fisici, sensazione di vuoto e di inutilità possono portare a stati di depressione, anche molto profonda, in cui possono coesistere sentimenti ambivalenti, di amore verso il neonato ed il desiderio di sentirsi una madre perfetta da una parte, e l’aggressività verso il neonato. La depressione postpartum è in genere definita come alterazione dell’umore e ansia che si manifestano dalle tre settimane fino al primo anno dopo la nascita di un bambino ed è diversa dal baby blues, che dura circa due settimane.
La prognosi di queste forme è generalmente buona, ma può richiedere la somministrazione di antidepressivi o una psicoterapia. Più tardivamente, nei mesi che seguono il puerperio, possono insorgere stati di malinconia, soprattutto in donne con familiarità o anamnesi positiva per patologie psichiatriche. In generale questa situazione può essere controllata con antidepressivi.
Febbre post parto: Quando consultare il medico?
Oltre alle situazioni già citate, è consigliabile rivolgersi al medico in presenza di:
- Febbre alta superiore a 38 o forti brividi.
- Perdite vaginali maleodoranti.
- Sanguinamento vaginale rosso vivo che perdura oltre tre giorni.
- Perdita di grossi coaguli di sangue.
- Dolore, bruciore o difficoltà a urinare.
- Gravi crampi o dolore addominale che non passano con gli analgesici.
- Aumento del rossore, del gonfiore o del dolore al perineo o separazione dei punti.
- Aumento della quantità nelle lochiazioni che richiede l’uso di più di un assorbente all’ora.
- Visione offuscata.
- Forte mal di testa o svenimento.
- Problemi respiratori.
- Eventuali segni di depressione post parto: ansia incontrollata, pensieri negativi verso se stesse o il bambino (compreso quello di farsi o fargli del male), paura o preoccupazione che inficiano la gestione della quotidianità.
Fonti:
- ABM clinical protocol #4: Mastitis
- Maharaj D. Puerperal Pyrexia: a review. Part II. Obstet Gynecol Surv
- Faure K, Dessein R, Vanderstichele S, Subtil D. Obstet Fertil Senol
- Mayo Clinic Minute: Postpartum depression is different than baby blues