Ciao sono Michela e ho avuto una gravidanza a rischio. Quella del mio secondo figlio che adesso ha 3 mesi e sta benone. Purtroppo come me tante altre future mamme sono costrette a vivere la loro gravidanza private di un elemento fondamentale: la serenità.
Perché quando ti dicono che potresti perdere il bambino, potresti rischiare anche tu la vita, potrebbero esserci gravi conseguenze, la prima cosa che sfuma è la serenità. Ma si può sempre decidere di affrontare il tutto con il piglio giusto.

Gravidanza a rischio: la diagnosi

Numerosi sono i fattori che fanno sì che i medici constatino che si tratta proprio di una gravidanza a rischio. Ci sono le gravidanze gemellari, considerate a rischio di default, le mamme che hanno avuto degli aborti per vari motivi, patologie specifiche della mamma e/o del feto.
Non sempre la mamma che sta portando avanti una gravidanza a rischio avverte dei sintomi particolari. Io sono una di quelle mamme, stavo benone, come pure il piccolo. Ma avevo la placenta previa, posizionata cioè sul collo dell’utero e il rischio era il suo distacco con conseguente emorragia, cosa che alla fine è accaduta ma a 36 settimane e in ospedale; la diagnosi ci ha salvati e l’aver obbedito ai medici mi ha consentito di portare avanti la gravidanza fino alla fine dell’ottavo mese.

Consigli

Visto che ci sono passata in prima persona ho un consiglio solo: ascoltate il vostro ginecologo. Se l’avete scelto vuol dire che vi fidate, continuate a farlo. Se vi dice che la gravidanza è a rischio e che non dovete assolutamente fare degli sforzi, dategli retta anche se vi sentite bene, anche se siete in grado di fare 4 piani di scale a piedi con la spesa.
Solitamente in caso di gravidanza a rischio la gestante viene messa a riposo, totale. Questo vuol dire che, salvo visite mediche, la futura mamma deve “triangolare” tra divano, letto e bagno, nulla di più.
È una situazione poco piacevole, noiosa e triste soprattutto se la mamma ha già altri figli e deve far capire loro che non potrà giocare e fare delle passeggiate per un po’.

Collaborazione

Nei casi di gravidanza a rischio, un ruolo fondamentale lo gioca il papà. Io dico sempre che questo secondo figlio l’ha tenuto nella pancia anche mio marito. Sì perché dal giorno della diagnosi al parto lui si è sostituito completamente a me permettendomi di stare a completo riposo e occupandosi di casa, spesa, figlio e tutto quanto era necessario. A furia di preparare tutti i pasti per più di due mesi ha anche scoperto di amare la cucina e ormai è il suo regno, anche se siamo fuori pericolo e il piccolo è nato già da un po’.
Ovviamente l’aiuto può arrivare anche dai parenti e dagli amici che anche loro porteranno per un po’ questo bimbo insieme a voi.
Essere circondati dalle persone care che danno una mano, aiuta la futura mamma a sentirsi meno giù di morale per il rischio che sta correndo e per quel senso di dipendenza che spesso pesa come un macigno.

Libri e serie TV

Veniamo all’aspetto piacevole della faccenda. Assodato che la mamma deve stare a riposo e non fare assolutamente nulla, bisogna trovare il modo di far passare piacevolmente il tempo e di distrarsi dai pensieri cupi.
Spesso i mesi da trascorrere a letto sono molti, alcune vengono allettate fin dal principio della gravidanza.
E allora ecco alcune attività da svolgere tra l’utile e il frivolo:

  • leggere leggere leggere (libri, riviste, blog…);
  • guardare le serie TV (io non so quante ne ho seguite);
  • fare shopping online (dalla spesa settimanale per la famiglia agli acquisti per il neonato, all’abbigliamento per tutta la famiglia…);
  • lavorare a maglia e all’uncinetto (se siete capaci perché no? Magari vi migliorate grazie ai tutorial);
  • enigmistica (io non ne vado pazza, ma quando avrete di nuovo tutto quel tempo per le parole crociate senza schema?)

Insomma scegliete qualcosa che vi piace fare tanto e iniziate, i giorni passeranno in fretta e presto abbraccerete il vostro bimbo.