Essere papà per la prima volta significa far fronte a nuove responsabilità e affrontare nuovi problemi e sicuramente più pressione. Il vero impatto spesso colpisce il neopapà non al momento della nascita, ma nei mesi successivi.
Il senso di confusione è il sentimento più comune: da un lato la paternità rende più consci della propria virilità, ma da dall’altro lato ci si può sentire impotenti nel soddisfare le esigenze del proprio bambino, perché la comunicazione è difficile e probabilmente la mamma è colei che trascorre più tempo a contatto diretto con il bebè.
Il tipo di amore che si prova per il proprio bambino è potente e travolgente a volte. Ma può anche capitare di sentire il piccolo come un’entità sconosciuta: quello che segue spesso questi pensieri è il senso di colpa per aver esplorato questi sentimenti. Non è facile ricordasi che solo perché si hanno quei pensieri, non si è cattivi padri. I sentimenti ambivalenti sono parte dell’essere padre, e vanno e vengono per tutto il tempo della paternità.
Prima che il bambino nasca, il neopadre percepisce di essere trattato in modo diverso: si ha l’impressione di avere più margine di manovra per l’errore. Una volta che si diventa padre, sembra che le pressioni intorno aumentino e il senso di responsabilità richiesto sembra raggiungere una soglia più alta.
Si può anche avere paura di essere troppo simile al proprio padre, o, al contrario, di non essere abbastanza in gamba come lui. Questi timori sono normali quando si passa dall’essere un marito o partner in una relazione, all’essere un padre.
Il rapporto che si ha con la propria partner subisce enormi cambiamenti durante le prime fasi della genitorialità: si diventa il secondo della lista nelle attenzioni della propria compagna, ma nonostante la perdita di sonno e il calendario molto occupato della neomamma, è importante fare ogni sforzo per trovare un po’ di tempo da trascorrere insieme ogni giorno. Anche se solo parlare per un po’.
L’interazione con il bambino per il primo paio di mesi non fornirà molto per andare avanti: il bambino avrà sorrisi apparentemente casuali, aggrotterà la fronte e piangerà anche tanto. Le reazioni del vostro bambino per voi in questo periodo non devono essere prese come un’indicazione delle vostre capacità di esser padri. Cercate di non perdere interesse per il bambino se le reazioni sono negative. Il vostro bambino è naturalmente più a suo agio con la mamma nei primi mesi. Con il tempo, il vostro legame crescerà e potrete interagire in modo significativo con il vostro bambino.
L’essere un genitore a volte è accompagnato dall’incubo logistico degli spostamenti, ma nessun panico: basta pianificare! Carrozzine, seggiolini auto, pannolini, panni, asciugamani, alimentazione: tutte queste cose possono essere necessarie per muoversi con il bambino al seguito.
L’amore per il vostro bambino sarà comunque sorprendente e appagante, ogni giorno di più: quando comprenderete che il bambino vi riconosce e si fida di voi, vi accorgerete che vale sempre la pena essere padre, anche nei momenti di difficoltà.