RUBRICA A CURA DEL DOTT. LUCA MAZZUCCHELLI, VICE PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, DIRETTORE DELLA RIVISTA “PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, FONDATORE DEL CANALE YOUTUBE “PARLIAMO DI PSICOLOGIA”.

 

Non è un segreto che, dopo la nascita di un figlio, la vita di coppia cambi significativamente e, purtroppo, non solo in positivo. L’attenzione si sposta fisiologicamente sul nuovo arrivato, i partner trascorrono meno tempo concentrati l’uno sull’altro, una serie di doveri e incombenze quotidiane occupano una parte considerevole di un tempo che prima era solo “per due”, il romanticismo e l’intimità diminuiscono e, talvolta, sentimenti di stanchezza, frustrazione e mancanza di connessione possono farsi strada nella relazione. Coerentemente, la ricerca in merito mostra che circa il 67% delle coppie segnalano un declino nella felicità del rapporto fino a tre anni dalla nascita del primo figlio.

Lo psicologo americano John Gottman, uno dei maggiori esperti mondiali in tema di relazioni d’amore, ha voluto capire quali siano i fattori che caratterizzano quel 33% di coppie in grado di mantenere un alto livello di felicità e soddisfazione dopo essere diventati genitori. Quello che ha scoperto è che sono le piccole azioni quotidiane a mantenere vivo il romanticismo, l’intimità e la connessione durante la transizione alla genitorialità. Insomma, con un piccolo impegno, le coppie possono mantenere la vicinanza emotiva seguendo la “regola d’oro” dei rapporti: piccole cose, spesso.

Ecco dunque 4 piccole cose che i neogenitori possono prendere l’abitudine a praticare per mantenere saldo il loro legame di coppia:

 

Evitate i 4 “Cavalieri dell’Apocalisse”

 

I “Cavalieri dell’Apocalisse” sono quattro comportamenti che frequentemente sono attuati nelle relazioni di coppia e che, secondo la ricerca, aumentano vertiginosamente le probabilità di divorzio. Tali comportamenti, già distruttivi all’interno di una relazione a due, divengono ancora più pericolosi con l’arrivo di un figlio, quando le impegnative vicissitudini legate alla genitorialità aumentano la stanchezza e il rischio di attuarli.

I cavalieri dell’apocalisse includono:

  • Criticare: la critica consiste nel comunicare un proprio malessere colpendo il partner nei suoi aspetti profondi (“Mi stai ignorando, sei davvero una persona egoista”); al contrario, nella protesta (l’alternativa funzionale) il malessere viene comunicato focalizzandosi sul comportamento ritenuto negativo (“Mi sto annoiando, organizziamo qualcosa”).
  • Disprezzare: comporta atti quali insultare l’altro e trattarlo con sarcasmo (compresi imitarlo o strabuzzare gli occhi davanti a quanto detto o fatto dal partner).
  • Stare sulla difensiva: consiste nel cercare continuamente scuse per i propri errori (invece che ammetterli e cercare di riparare), spesso controbattendo accusando l’altro.
  • Fare ostruzionismo: è quell’atteggiamento per cui uno dei due membri della coppia rifiuta il dialogo; davanti alla comunicazione del partner, non ci sono risposte, tentativi di capire o di entrare in empatia, ma solo un muro di mattoni.

 

Sviluppate una cultura di apprezzamento e ammirazione

 

Se da una parte i neogenitori si devono impegnare ad evitare i Cavalieri dell’Apocalisse, dall’altra devono dedicarsi a costruire (o ricostruire) una “cultura dell’apprezzamento”. È infatti frequente che l’arrivo di un figlio modifichi le priorità, portando a trascurare quel clima di apprezzamento e considerazione positiva che costituiva uno dei motori della relazione di coppia. Ecco perché il dottor Gottman incoraggia le coppie di neogenitori a lodarsi l’un l’altro appena possibile e a mettere in risalto tutte le volte che il partner fa “qualcosa di giusto”. L’apprezzamento può riguardare le caratteristiche intrinseche della persona oppure lo stile di genitorialità. Ecco alcuni esempi: “Sei stata così bella con il piccolo la scorsa notte. Mi hai fatto davvero sorridere”, “Sei un gran papà. Sei così tranquillo e paziente con il bambino”, “Grazie per aver preparato la cena stasera. So che sei molto impegnata…”, “Anche senza dormire, sei ancora stupendo”.

Praticate dei riti di ri-connessione

 

 

Con la nascita di un figlio, è facile perdere di vista l’altro come ‘partner’, per concentrarsi sulla sola dimensione di genitore. Il consiglio di Gottman è quello creare dei riti giornalieri per ricollegarsi come coppia. Questi comportamenti sono poco dispendiosi in termini di tempo e sforzi (potete dedicarci anche non più di 5 minuti a giorno, purchè lo facciate con sistematicità), ma avranno effetti sorprendenti sul clima emotivo.

Ecco alcuni esempi di riti di connessione:

  • lasciare una nota veloce per dire al vostro partner quanto conta per voi;
  • dedicare per qualche minuto la vostra totale attenzione al partner, senza alcuna distrazione, ad esempio quando esce per andare al lavoro oppure quando rincasa;
  • praticare il bacio da sei secondi: un bacio abbastanza lungo da essere romantico, ma sufficientemente pratico da poter essere utilizzato in ogni occasione; esso costituisce un’oasi temporanea da dedicare alla coppia anche in una giornata sovraccarica di faccende da sbrigare.

Schedulate una conversazione quotidiana di “riduzione dello stress”

 

 

Il conflitto è inevitabile in tutte le relazioni e tende a essere più acceso dopo la nascita di un figlio. Lo stress lavorativo e le nuove responsabilità derivate dall’essere genitori possono creare tensioni significative all’interno dei due partner e del rapporto. Il consiglio del dottor Gottman è di destinare qualche minuto ogni giorno (separandoli deliberatamente dal resto della relazione) a discutere in modo aperto e onesto di queste questioni. Dare uno spazio volontario ad emozioni negative o di frustrazione consente di evitare che queste si infiltrino lentamente nel rapporto fino a corroderlo. In questi momenti, impegnatevi ad ascoltare l’altro con attenzione, empatia e senza giudizio. La ricerca mostra che una conversazione quotidiana che tocchi elementi faticosi e che comprenda comprensione, supporto e affetto è un modo molto efficace di gestire le tensioni.

Ovviamente, queste quattro strategie presuppongono che entrambi partner siano consapevoli che quanto accade in una relazione di coppia o in una famiglia non avviene per caso, ma è il frutto di un processo di co-costruzione, un gioco di squadra nel quale tutti e due gli elementi della coppia sono chiamati ad impegnarsi attivamente.