Ho quasi 36 anni. La mia è quell’età in cui se parli di “vent’anni fa” stai parlando di ricordi che ti vedono già adulta o quasi. È la fase in cui ti rendi conto che hai già superato il terzo di secolo e che hai già vissuto tanto e tante cose. Probabilmente hai incontrato l’amore, hai avuto dei figli e anche dei lutti molto importanti. È l’età in cui i ricordi assumono un valore inestimabile perché richiamandoli alla mente, ti raccontano quello che sei e in che modo sei arrivato ad essere così.

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Ecco perché secondo me è importante tenere traccia della storia dei nostri bambini. Non parlo di fotografie, non solo, ma di un insieme di racconti in varie forme che fra venti o trent’anni aiuteranno i nostri figli a comprendere il proprio percorso e a richiamare alla mente la loro e la nostra storia.

Foto

Mia madre ha tra le foto di famiglia un piccolo quaderno, di quelli che si utilizzano alle elementari. Su quel quaderno ha incollato tutte le foto che ha dei suoi genitori e della sua infanzia e giovinezza. In quel quaderno ci sono tutte le foto prima di me, è bastato un quaderno ma è sempre bellissimo sfogliarlo ancora e ancora. Mio marito ha invece quattro raccoglitori, di quelli da ufficio, con incollate in ordine cronologico tutte le foto che ha recuperato dei suoi nonni, dei suoi genitori e poi della sua infanzia.

Io ho due album della mia di infanzia, con una serie di vignette aggiunte a penna da un amico di famiglia, sono spassosissime. E i miei figli? Le immagini sono sparse tra fotocamere digitali, smartphone, PC e stampe. Poi ogni anno, per il loro compleanno, faccio un album virtuale sul mio blog e quando lo completo cerco di immaginare con quale espressione leggeranno quei racconti fatti di parole e fotografie.

Appunti

Sì, avete letto bene, appunti. Segnatevi le cose che dicono e la data in cui le hanno dette. Segnatevi l’evoluzione dei nomi degli oggetti. Qui il pullman è stato “punna”, “punnaik”, “purnan”. Adesso, a quattro anni e mezzo ci siamo quasi. Ed è soltanto un piccolo esempio.

È stupendo appuntarsi frasi, ragionamenti, riflessioni dei più piccoli. Spesso esprimono dei concetti brillanti o di un’umanità disarmante, ancora del tutto privi di filtri e stereotipi. Ma quello che abbonda nei primi anni è soprattutto il nonsense, quei discorsi assurdi che non hanno testa né coda, quelli in cui infilano quel vocabolo nuovo, appena appreso, perché devono assolutamente utilizzarlo.

Disegni

I bambini sono iperproduttivi, impossibile conservare tutto. Ma ogni tanto qualcosina sì. Magari delle piccole cartelline in cui appuntare l’anno per osservare i progressi dei nostri piccoli artisti. È anche attraverso i disegni che scopriremo quanto ci somigliano oppure quanto hanno preso dal nostro partner.

Oggetti

I bambini ci riempiono la vita e ci inondano la casa di oggetti. I vestitini che diventano sempre di più e sempre più piccoli, i giochi, i succhiotti e i biberon, le piccole stoviglie e i bicchierini.

Non è pensabile tenere tutto, ci vorrebbe un magazzino, e allora si può decidere di conservare qualcosa: il primo body, la prima tutina, un ciuccio, un sonaglino, le prime scarpette, l’orsetto della nanna. Man mano che crescono si può decidere insieme a loro cosa tenere e cosa dar via, in modo da condividere il percorso dei ricordi.