Settembre, tempo di riprese o di nuovi inizi, soprattutto per i più piccoli. Riaprono gli asili nido e i nostri bimbi tornano o entrano in relazione con i loro coetanei e con il personale scolastico, dagli educatori agli assistenti educativi.

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Il distacco, soprattutto per la prima volta, non è un’esperienza facile, ma bisogna gestirlo e superarlo perché staranno bene e anche noi.

L’inserimento al nido

Il nido è stata la mia prima ed unica scelta per tornare a lavorare. Sia con il primo che con il secondo figlio. I nidi accettano bimbi anche piccolissimi, diciamo dai quattro mesi di vita in su.

Insomma a seconda delle esigenze può capitare di dover affidare al nido un bimbo con cui siamo stati in simbiosi fin dalla nascita e dunque il distacco può essere doloroso sia per il piccolo sia per i genitori.

Per questo motivo è stato ideato il periodo di inserimento, che non è mai davvero fisso per tutti, perché educatori e genitori possono concordare insieme la lunghezza di questo periodo di mezzo, o magari tagliar corto perché il bimbo appare perfettamente a suo agio.

Un trucco per superare il dramma momentaneo? Essere consapevoli di una cosa: i bambini piangono. Se vedono mamma e papà andar via, tutti o quasi piangono.

Ma posso assicurare che poi smettono di piangere, si abituano al nuovo contesto e arrivano anche ad amarlo talmente tanto che poi piangono all’uscita.

Ecco, partire con questa consapevolezza può aiutare a sopportare lo strazio iniziale.

Il secondo anno di nido

I bambini del nido hanno per definizione meno di tre anni. Sono dunque piccolissimi anche quando ritornano per il secondo o il terzo anno.

Ecco un’altra certezza: che si tratti della ripresa dopo le vacanze natalizie, pasquali o estive, i piccoli piangono, di nuovo e per qualche giorno. Sono stati per tanti giorni con mamma e papà e all’improvviso si ritrovano al nido, quindi piangono.

Mio figlio, due anni e mezzo e terzo anno di nido, questa settimana di ripresa ha pianto, ma come amo dire l’ha fatto “a mio uso e consumo” e ho le prove. L’altro giorno dopo averlo lasciato lì in lacrime, mi sono appostata sotto il terrazzino che usano per i giochi all’aperto. Ebbene, il piccoletto era lì che giocava tranquillamente e si divertiva, era passato tutto (e anche a me).

Dialogo continuo con gli educatori

Una cosa molto importante durante tutto l’anno, è la condivisione dei metodi educativi tra nido e famiglia. Agire in continuità tra struttura scolastica e casa è un altro grande passo per superare il distacco. Se le regole che mi hanno dato mamma e papà a casa, sono le stesse che mi danno gli educatori, io che sono piccolino mi sentirò al sicuro, perché avrò dei confini ben delinati ovunque io sia.

Ho sempre trovato molto utile parlare di scelte pratiche con le educatrici dei miei bimbi: con loro ho condiviso il passaggio dal beverino con il beccuccio al bicchiere, dall’imboccarli al farli mangiare da soli, dalla nanna con il ciuccio a quella senza.

Keep calm and abbiate pazienza

Il segreto per superare il distacco si chiama tempo. Non possiamo pretendere che si sentano a loro agio subito e nemmeno che questo capiti a noi. Sentiremo la loro mancanza nelle ore di separazione, ma piano piano ci riprenderemo i nostri spazi vitali e questo arricchirà i momenti vissuti insieme, perché grandi e piccini porteranno a casa le proprie esperienze da condividere in famiglia.