È lì è ti guarda con quello sguardo di un altro mondo che non è ancora questo. È il primo contatto che mamma e papà hanno con il loro bimbo appena nato.

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Il piccolo non parlerà per mesi, anni, ma è già in grado di comunicare con i genitori, e mamma e papà col passare dei giorni imparano a capire, ad anticipare, alle volte basta un verso o anche soltanto un respiro. Come comunicano neonati e genitori?

Udito

Il pianto e il respiro di un neonato diventano i primi pensieri di mamma e papà. Se si tratta del primo figlio si incorre immediatamente nell’errore di pensare che il pianto significhi esclusivamente dolore, ma non è così. Il pianto è comunicazione, col pianto il piccolo ci dice mille cose che andranno decodificate imparando a conoscersi e anche a riconoscere i diversi tipi di pianto.

E poi c’è il respiro. Quante volte mi sono svegliata in piena notte e mi sono messa all’ascolto di quel respiro per capire se il mio piccolo stava bene o aveva dei problemi? Non so, credo quasi tutte le notti. Anche il respiro ci dice molte cose, belle o brutte.

Vista

Il contatto visivo è un dialogo silenzioso che ha tanta poesia dentro. Il neonato, dicevo all’inizio, guarda mamma e papà in un modo speciale, uno sguardo che crescendo si farà umano ma inizialmente ha del divino dentro di sé, è meraviglioso. E poi i piccoli si esprimono molto attraverso la mimica facciale e i neogenitori possono intuire bisogni o disagi del piccolo ancor prima che intervenga l’udito e nello specifico il pianto. E magari salvaguardare l’olfatto di tutta la famiglia, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Tatto

Coccole, coccole in quantità. Un buon pediatra vi dirà che il miglior giocattolo per un neonato è rappresentato da mamma e papà. Toccare i genitori, ricevere baci, abbracci, carezze e massaggini, comunicano al bambino che è al sicuro, com’era nella pancia della sua mamma. I massaggi neonatali poi, oltre che rilassare il piccolo, lo aiutano ad esplorare i propri confini, a riconoscere zone del proprio corpo di cui non ha una precisa percezione. Si comunica e si impara.

Olfatto

Devo proprio dire di cosa sto parlando? L’olfatto per almeno un paio d’anni sarà il perfetto sostituto dell’urlo che proviene dal bagno “maaammaaa! Ho fatto la caaaccaaa!”. Se ha fatto il bisognino te ne accorgi subito, e dall’odore impari anche a riconoscere i diversi tipi di escrementi, quelli “buoni” da quelli “cattivi”, quelli che ci dicono che tutto va bene e quelli che ci mettono in allarme. Lo so, con un paragrafo ho distutto la poesia di un intero post, ma dovevo dirvelo!

Gusto

Più che di gusto parliamo di quella che i manuali definiscono “fase orale” e che i genitori chiamano “ma cavoli, mette tutto in bocca!”. All’inizio il neonato cerca il seno della mamma e nella ricerca si ritroverà a ciucciare una mano di papà o una guancia del fratellino. Poi ci saranno anche i primi dentini e il piccolo cercherà sollievo per le sue gengive con qualsiasi oggetto. In fin dei conti anche questa è comunicazione, questa continua ricerca ci dirà che il bimbo ha fame o dolore e potremo alleviare il suo disagio. Ma mi raccomando: occhio agli oggetti di piccole dimensioni!

E tu, come comunichi con il tuo bambino?