Siete in attesa del vostro secondo bambino? Il piccolo è appena nato? State pensando di dare un fratellino/sorellina a vostro figlio/a?

In tutti questi casi i pensieri di mamma e papà corrono al rapporto fraterno, un rapporto nuovo per tutta la famiglia, uno sconvolgimento di un equilibrio cercato e trovato a piccoli passi con non poca fatica.

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Capisco bene i vostri pensieri, il nostro fratellino è arrivato un anno e mezzo fa. E allora vi racconto questo anno e mezzo in pillole.

Il lavoro preparatorio

Sta per arrivare un fratellino! Ognuno decide quando è il momento di annunciare la grande novità al primogenito. Noi l’abbiamo fatto quasi subito e un po’ mi sento di sconsigliarlo. Non tanto per i rischi di perdere il piccolo nel corso della gravidanza, quanto per la percezione del tempo che hanno i bambini in età prescolare. Annunci un fratellino che sembra non arrivare mai e rischi in qualche modo di vanificare un po’ il lavoro preparatorio.

Poi però la pancia cresce, spuntano culla, carrozzina, succhiotti e corredino, ed è lì che il nuovo arrivo si fa reale per il piccolo di casa. E allora si può iniziare a stimolare un’interazione con la pancia della mamma, così entrambi inizieranno a conoscersi e riconoscersi, e poi si possono prospettare con calma e serenità i cambiamenti a cui si andrà incontro.

La nascita del fratellino

Il momento della nascita del fratellino è un momento di nascita per tutti. Ognuno di noi in quel giorno è un po’ cambiato. È allora molto importante tenere in qualche modo al centro il primogenito e questo è il durissimo compito di mamma e papà, dal momento che parenti e amici, purtroppo è umano, si concentreranno sulla creaturina mettendo probabilmente in disparte un bambino che fino a quel momento era protagonista indiscusso.

Noi abbiamo fatto venire il piccolo in ospedale tutti i giorni, prima e dopo il parto. Per stare un po’ con la mamma e con il fratellino. Poi al secondo giorno di vita di suo fratello, il papà dopo la visita serale in ospedale l’ha portato a cena fuori, loro due soli come a dirgli “ci sarà sempre uno spazio esclusivo fra noi”. Ecco lo spazio esclusivo col primogenito va preservato e cercato sempre, perché lui ricorda com’era il prima, a differenza del nuovo nato per il quale ci siamo stati tutti da subito.

L’impegno quotidiano di mamma e papà

Dal rientro dall’ospedale in poi, l’impegno deve essere quotidiano e all’inizio è un po’ faticoso perché il neonato assorbe davvero tutte le energie alla ricerca del nuovo equilibrio famigliare. Ma con una buona dose di ascolto e di stimoli, incoraggiare il rapporto fraterno è un’esperienza bellissima. Adesso i miei bambini hanno cinque anni e un anno e mezzo e alternano momenti di totale autonomia l’uno dall’altro a deliziosi intermezzi di gioco e complicità. Stiamo sempre molto attenti alle situazioni che potrebbero innescare delle gelosie, ma cerchiamo anche di disinnescare i momenti di gelosia assolutamente ingiustificata. Ovviamente non sempre ci riusciamo, ma per ora i due “ragazzi” se la cavano abbastanza bene.