Come mamme noi lo sappiamo bene. Quando arriva un bambino dentro la nostra vita, ci trasformiamo immediatamente.

Prima di avere il primo figlio ero decisamente spiantata (in parte lo sono ancora eh), ma subito dopo la sua nascita ho cominciato a preoccuparmi di cose a cui prima non avevo mai pensato, come:

Sarà troppo caldo o troppo freddo? Farò troppo rumore? Ha mangiato molto o poco? Si farà degli amici e lo tratteranno bene?

Insomma, tremila domande a cui, con gli anni, ho imparato a darmi un’unica risposta (ma questa è un’altra storia che vi racconterò più avanti).

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Così come noi diventiamo mamme, anche per i papà avviene un cambiamento, ma più lentamente.

Si accorgono poco a poco che non sono più soli. E, anche quando se ne accorgono, sono molto diversi da noi.  Non tutti i papà sono uguali però, ne esistono infatti diversi tipi. Eccoli di seguito!

Il papà tranquillo

Quello che tu tieni tuo figlio di due anni (soprannominato anche piccola furia o piccola peste) sotto costante controllo e glielo lasci due minuti, due eh, e lui non sa più dove sia. E alla tua preoccupata domanda “Dov’è?” che tra poco ti prende una sincope, lui risponde “Dove vuoi che sia…”

COME?! Che risposta è, ancora io non l’ho capito, se voi potete spiegarmela vi ringrazierò nei secoli a venire.

Il papà ansioso

Se il tranquillo vi farà venire i capelli bianchi con la sua pace interiore che per voi è simile a una fucilata al petto, l’ansioso vi creerà tanti di quei dubbi che non credevate possibile farsi tutte queste domande  contemporaneamente. E certamente, vi farà anche sentire inadeguate perché non vi preoccupate abbastanza. Il papà ansioso va tenuto sotto costante controllo e limitato.

Il papà buono

Quello che non dice mai di no. I no, le sgridate, le arrabbiature sono tutte vostre. Tocca a voi fare la mamma cattiva mentre lui fa il papà orsetto del cuore. Eh no! Bisogna dividersi i compiti e quindi anche le sgridate. Se avete a che fare con un papà buono imponetegli almeno il silezio assoluto quando cercherete di educare da sole i vostri figli e ricordategli che non ammetterete critiche, dato che fate tutto voi

Il papà compagno di giochi

Simile al papà buono, questo genitore non è un genitore, ma un amico di vostro figlio. Il bello di questa relazione è che insieme, padre e figlio, si divertiranno un mondo nei loro giochi. Certo però, non avrete un aiuto in caso di problemi pratici o peggio ancora, papà e bambino potrebbero coalizzarsi “contro” di voi.  Vi troverete quindi, a dover gestire non uno, ma due bambini. Non vi invidio.

Il padre distratto

Quello che non c’è anche quando c’è. Troppo impegnato dal lavoro, dal telefono, dalla televisione. Va riportato continuamente alla realtà e al fatto che sia voi che i vostri bambini siete lì e siete reali.

A parte tutto, che nessuno sia perfetto è normale.

Essere genitori poi, ci fa scoprire dubbi e paure che credevamo di non avere o di aver già, in qualche modo, risolto. A volte ci porta a essere in disaccordo come coppia, ci fa sentire troppo responsabili, o troppo sole.

Dobbiamo ricordarci che anche i papà hanno dei sentimenti, che anche loro hanno paure, dubbi e perplessità. Che, forse, a volte si sentono soli o trascurati o meno amati.

Per questo, per quanto possano sbagliare o farci arrabbiare, a volte basterebbe parlarne.
Parlarne a cuore aperto e senza arrabbiarsi.

Perchè insieme è tutto più bello. E’ più bello correre nei parchi, saltare la corda, fare il bagno nell’acqua fredda tra gli spruzzi salati. E’ più bello ridere, giocare, baciarsi se si è tutti insieme, come famiglia.

E poi, ricordiamoci anche di prendere del tempo per essere, di tanto in tanto, mamme che dicono sempre sì, mamme tranquille che non si preoccupano (troppo), mamme che invece di preparare la cena giocano felici con i loro figli.
Vedrete che saranno i papà, poi, a darsi da fare. E per una volta, sarà bello inverire i ruoli.