Ebbene si, di solito sono i papà che sperano sempre che il primo figlio sia un bel maschietto, salvo poi essere ugualmente soddisfatti in caso arrivi una femminuccia. Le mamme che durante la gravidanza instaurano già un rapporto viscerale che le legherà indissolubilmente al nascituro, sanno che ameranno in ugual misura la nuova creatura sia essa una bambina o un bambino.
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Ma se questa volta fosse un maschietto? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
È naturale essere condizionati nella percezione del bambino in relazione alla cultura dei genitori e alla società in cui vivono che determina una differenziazione di costumi a seconda del genere. I modelli sociali tenderanno quindi ad influenzare la relazione con i piccoli attribuendo ad esempio caratteristiche come la forza, la vivacità e l’aggressività ai maschietti mentre le femmine saranno considerate più sensibili, dolci e pacate.
La società ci abitua a questi modelli identificativi che non devono essere però per forza vincolanti nella relazione con il piccolo. Se il nostro bambino non dovesse rispecchiare il modello classico non è detto che sia un problema: è importante sempre educare cercando di rispettare le caratteristiche del nostro piccolo senza forzare la mano rispetto a nessun aspetto del suo carattere.
Appurato che il bambino deve essere libero di esprimere le proprie peculiarità caratteriali, ci sono comunque tratti della personalità legati al genere con cui il genitore deve prima o poi rapportarsi.
Affrontiamo ora tre aspetti che le mamme dei maschietti devono ricordare sempre.
La disciplina: perché è più difficile con i maschietti?
La spiegazione è di quelle scientifiche che renderà felici tutti i monelli che ora potranno dire che la colpa delle loro marachelle non dipende dal non ascoltare, ma da madre natura.
Scherzi a parte, è vero che l’apparato uditivo delle bambine è più sviluppato e sensibile di quello dei maschi sin dalla prima infanzia. Le zone del cervello che interessano il linguaggio si sviluppano prima nella femmine proprio per merito di questa capacità di udire e assimilare meglio la voce e gli insegnamenti dei genitori.
I richiami e le raccomandazioni sono percepiti meglio quindi dalle femmine rispetto ai maschi. Inoltre alcuni studiosi ritengono che i maschietti siano più impulsivi e meno verbali rispetto alle bambine. Il tatto è un senso che i maschietti usano moltissimo per relazionarsi con il mondo esterno soprattutto nei primi anni di vita. Alla luce di questo, i genitori possono intraprende strade differenti dal semplice richiamo per educare i maschietti alla disciplina.
Sicurezza: perché per i maschietti il pericolo sembra non esistere?
Tuffi nel vuoto, salti, lotte e chiasso in tutto quello che si fa. Le case diventano veri e propri campi di battaglia che le mamme faticano a rendere sicuri per i bambini maschi che sembrano non avere paura di nulla.
Perché? La risposta è in una parola: SFIDA! Con se stessi e con gli altri, specie pari età o comunque non adulti. Una costante ricerca del rischio per soddisfare la propria autostima. È noto come l’autostima si differenzi molto nel periodo infantile tra maschi e femmine, se da un lato il maschio trae piacere dalle sfide che ringalluzziscono il proprio ego, le femmine sono spesso molto insicure e difficilmente corrono rischi se non calcolati.
In questi casi è importante lasciare sperimentare il bambino, mettendo i freni necessari alla sua integrità, ma anche per l’incolumità delle coronarie della mamma che spesso fa il pieno di spaventi molto prima del bimbo. Anche a discapito di qualche graffio è importante che questa parte del carattere si formi: il genitore deve far imparare il concetto di limite al bimbo maschio, mentre deve incentivare la femminuccia a sperimentare un po’ andando oltre i propri limiti, anche qui senza forzare troppo la mano.
Scuola: perché i maschietti non riescono a stare seduti?
Come già detto i maschi hanno un energia che nei primi anni di vita riescono difficilmente a controllare. In generale hanno una predisposizione ad attività più manuali rispetto alle bambine trovando difficile a volte anche restare seduti e fermi. In questo caso è importante l’approccio che si ha finalizzato all’apprendimento per evitare che i maschi restino indietro rispetto alle femmine. È fondamentale quindi sviluppare metodi di apprendimento incentrati su attività manuali e cercare di migliorare la soglia di attenzione attraverso percorsi audiovisivi.
Dato che le bambine sono più portate, per via dell’udito, ad apprendere più velocemente il linguaggio, è importante per le mamme trovare chiavi d’accesso diverse per fare in modo che i maschi apprendano al pari delle femmine.
Le differenze tra maschietti e femminucce sono molte, è ovvio che ogni bambino ha la propria personalità e da quella bisogna partire per relazionarsi. Tante volte lo sconforto dei genitori che non riescono ad interagire come vorrebbero con i loro bimbi prende il sopravvento, speriamo con queste informazioni di aver fatto un po’ di chiarezza
Se anche tu hai avuto esperienze riguardanti la comunicazione con bimbi maschi e la loro educazione non esitare a condividerli.