RUBRICA A CURA DEL DOTT. LUCA MAZZUCCHELLI, VICE PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, DIRETTORE DELLA RIVISTA “PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, FONDATORE DEL CANALE YOUTUBE “PARLIAMO DI PSICOLOGIA”.

Quali sono le cose che affascinano di più i bambini appena nati o comunque nei primi mesi di vita? Ne abbiamo scelte 10 (anche se l’elenco sarebbe molto più lungo!):

Il volto umano

La ricerca mostra chiaramente che i neonati sembrano mostrare uno spiccato interesse per il volto umano: messi davanti ad immagini che ricordano la fisionomia dei volti (con un contorno e abbozzi di occhi e bocca) o a configurazioni disordinate, presentano una chiara preferenza per le prime. All’inizio, il neonato predilige i contorni esterni dei volti (come l’attaccatura dei capelli e il mento), mentre successivamente la sua attenzione si sofferma sui dettagli interni, nello specifico gli occhi e bocca. L’interesse dei bambini per le facce è tale che far loro osservare molti volti diversi, anche se sono solo immagini, può tenerli occupati a lungo.

Comunque, i bambini amano soprattutto guardare le facce di altri bambini… e la propria. Questo spiega perché gli specchi sono per loro oggetti molto affascinanti. In un primo momento il piccolo non è in grado di riconoscere la sua immagine allo specchio: vede un bambino, gli sorride, questo ricambia e lui sorride nuovamente. Attorno ai 18/24 mesi ecco la scoperta: il bambino capisce che chi gli sorride è lui stesso. A questo proposito, viene generalmente utilizzato il test della macchia rossa: si disegna un pallino colorato sulla fronte o sul naso del bambino e lo si pone davanti allo specchio; se il piccolo si tocca il viso alla ricerca del segno colorato significa che si riconosce

La spiccata preferenza dei neonati per i volti umani sembra essere basata su un meccanismo innato e avere delle ragioni evolutive: consente di ricercare e mantenere la vicinanza con le figure di accudimento, per ovvie ragioni di sopravvivenza. I volti, in generale, sono inoltre dotati di molte delle caratteristiche che i bambini trovano naturalmente affascinanti: movimento, suono, contrasto, novità e feedback.

 

Tutto ciò che riguarda la mamma

 

Sopra tutto, però, i neonati amano tutto ciò che riguarda la propria mamma!

Ad esempio, la ricerca ha mostrato che già a 3 o 4 giorni di vita i neonati preferiscono il volto della propria madre rispetto a quello di altre donne. Inoltre, già 5 settimane, sarebbero capaci di riconoscere il volto della mamma tra quelli di altre donne con lo stesso colore di capelli e di occhi, anche sulla base di fotografie a colori. Nell’utero, inoltre, i bambini hanno potuto sentire a lungo la voce della loro mamma, dunque, alla nascita, sono in grado di distinguerla dalla voce di altre donne. Diventano ben presto capaci anche di discriminare le modulazioni della voce della mamma, in modo di comprenderne tonalità affettiva.

La ricerca ha anche mostrato come i bambini imparino durante l’ultimo trimestre di gravidanza a riconoscere l’odore della loro mamma. Se state cercando di far addormentare il vostro bambino, questa informazione può tornarvi utile: provate mettendo nella culla qualcosa che ha l’odore della mamma, come un piccolo cuscino o una maglietta annodata. In commercio ci sono anche pupazzi appositi (“i doudou”) che assorbono l’odore della mamma. Nel primo anno di vita, l’avere a disposizione un oggetto morbido che ha un odore familiare aiuterà il bambino nei momenti di transizione (quelli dalla veglia al sonno, o quando la mamma non è al suo fianco) donandogli maggior serenità e rassicurandolo.

Anche questa preferenza per tutto ciò che riguarda la mamma ha un chiaro valore evolutivo poiché favorisce il contatto con la figura di accudimento al fine di garantire la sopravvivenza e la sicurezza.

 

La novità

 

Gli studi hanno dimostrato che i neonati di 4 mesi si soffermano più a lungo con lo sguardo su oggetti per loro nuovi piuttosto che su oggetti a loro familiari. Ecco perché i bambini possono fissare gli sconosciuti, soprattutto se queste persone hanno la barba, gli occhiali da vista, o altre caratteristiche che sono diverse da quelle a cui sono abituai. Questo è anche il motivo per cui il giocattolo “preferito” a questa età può perdere rapidamente il suo fascino o per cui una persona che non vedono tutti i giorni, come un parente o un amico di famiglia, possono renderlo molto eccitato.

Nonostante questa predilezione per la novità, attorno agli otto mesi molti bambini attraversano un periodo in cui manifestano la cosiddetta “angoscia dell’estraneo”, soprattutto se si verifica l’allontanamento temporaneo da parte della mamma. Questa paura si manifesta tramite pianto e sforzi per evitare la separazione dalla figura di accudimento primaria. Tale fenomeno è segno che il bambino sta passando da un rapporto praticamente simbiotico con la madre, in cui questa è sempre presente quasi fosse un suo prolungamento, ad uno stato di maggior autonomia psichica. Inoltre il bambino sta imparando a distinguere tra le persone familiari rassicuranti e il mondo esterno, potenzialmente minaccioso.

 

Causa-effetto e feedback

 

I neonati amano i legami causa-effetto. Che si tratti di un sonaglio che tintinna quando lo muovono o della mamma che accorre quando gorgogliano o piangono, adorano sentire di avere un effetto sul mondo che li circonda. Dal momento che stanno costantemente cercando di capire come funzionano le cose, tutto ciò che reagisce ad essi sarà segno di attenzione. Dunque, se vostro figlio ama “suonare la batteria” sul vassoio del seggiolone o scaraventare giocattoli e oggetti per terra (cosa che farà volentieri e ripetutamente dai 9 ai 24 mesi), sappiate che tutto ciò ha almeno due scopi evolutivi.

Innanzitutto il vostro bambino sta sviluppando le sue abilità motorie: ha bisogno di fare un’azione più e più volte per sviluppare una competenza. Inoltre sta imparando la causa-effetto: “quando batto qui, questo fa rumore”, “quando lancio questo, rimane giù”. I bambini sono così sensibili alla causa-effetto che a pochi mesi si accorgono e reagiscono negativamente quando qualcosa che si aspettano non accade.

In un famoso esperimento (chiamato paradigma “Still face”), i ricercatori chiedevano alle mamme di sedersi di fronte ai loro neonati (entro i sei mesi) e di mantenere il viso immobile e inespressivo, senza reagire a nessuna delle sollecitazioni da parte dei figli. Quando i bambini cercavano di coinvolgere le mamme che li guardavano e non ottenevano risposta, prima aumentavano le vocalizzazioni, il contatto oculare e muovevano le braccia per ottenere l’attenzione, poi scoppiavano in pianti fragorosi. Ovviamente, questo paradigma dimostra l’importanza della “rispondenza emotiva” da parte delle mamme nei confronti dei loro piccoli.

 

Imitare

 

Se fate qualcosa, è probabile che anche il vostro bimbo voglia provarci. Attività quotidiane, come ad esempio puntare il telecomando del televisore e premere i pulsanti, portare il cibo dal piatto alla bocca e truccarsi sono estremamente affascinanti per neonati. Mentre anche un neonato potrà imitare le vostre espressioni facciali, non sarà in grado di imitare le azioni che vede fino almeno ai 7-8 mesi. L’amore per l’imitazione è il motivo per cui oggetti come i telefoni cellulari, i telecomandi dei garage e gli occhiali da vista sono per un certo periodo i loro giocattoli preferiti. Prendere a prestito un po’ della meraviglia che il vostro bambino riserva alle cose più semplici può aiutarvi ad avere una nuova prospettiva sul mondo attorno a voi. Come già detto, per loro ogni oggetto è una nuova opportunità di scoperta: guardandoli è possibile riscoprire la gioia delle piccole cose.

 

Insomma, fin dalla nascita i bambini bramano esperienze sensoriali, che riguardino il toccare, il guardare, l’annusare, l’ascoltare, il gustare. Queste esperienze sono la loro finestra sul mondo.

Stimolare i sensi pone le basi per l’apprendimento e lo sviluppo fisico, emotivo e sociale, ed è quindi fondamentale che i genitori soddisfino tale esigenza. Nel farlo, è necessario che mamma e papà conoscano e rispettino la soglia percettiva del bambino e forniscano stimolazioni adeguate all’età e al livello di sviluppo cerebrale.

Scopri le altre 5 cose che affascinano i bebè QUI.

Bibliografia:

  • Rudolph Schaffer. Psicologia dello sviluppo. Un’introduzione. Ed. Raffaello Cortina, 2005.
  • Luigia Camaioni, Paola Di Biasio. Psicologia dello sviluppo. Ed. Il Mulino, 2007.