Come mettere la fascia porta bebè: le posizioni più comode!

Il baby wearing, che significa letteralmente “portare, indossare il bebè” è un modo di portare il bambino, dalla nascita ai primi 2-3 anni di vita, in cui viene favorito ed enfatizzato il contatto con il genitore. 

Questa pratica, antichissima (secondo alcune documentazioni iconografiche pare fosse già presente nel medioevo) e ampiamente presente nella quotidianità delle popolazioni dei climi più caldi,  è andata diffondendosi in modo crescente anche nei paesi occidentali. 

Troviamo la pratica del baby wearing sia nei contesti familiari che in quelli ospedalieri (basti pensare che il contatto pelle a pelle è diventato parte integrante in molte terapie intensive neonatali), negli ultimi 20 anni, per i numerosi benefici che apporta.

Fascia porta bebè, le 3 posizioni per la passeggiata! 

Nelle prime settimane di vita, sono da preferire le posizioni cuore a cuore, dove il bambino è rivolto verso il petto della mamma; un esempio è la posizione canguro, dove il bambino è rannicchiato, con le ginocchia in posizione lievemente al di sopra della linea dell’ombelico. 

A partire dai sei mesi, si può anche adottare la posizione “fronte-mondo”, con la schiena del bambino rivolta verso il petto della madre. Posizione tuttavia da evitare nei primi mesi di vita: sia perché non permetterebbe il normale sviluppo della curvatura fisiologica della colonna vertebrale, sia perché il bambino non è ancora pronto dal punto di vista emotivo e sensoriale a fronteggiare da solo gli stimoli sensoriali esterni. 

Dai sei mesi di vita è possibile utilizzare anche la legatura sulla schiena, comoda perché questo modo il genitore ha ampia libertà di movimento delle braccia mentre il bambino può tranquillamente riposare, confortato dal  contatto con il genitore. 

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Come mettere la fascia porta bebè per una gita fuori porta 

La fascia porta bebè è la soluzione ideale per le gite fuori porta, perché permette libertà di movimenti per il genitore, mentre per il bambino si trova una posizione ideale sia per esplorare il mondo. 

Attraverso il rassicurante contatto con il genitore, il contatto pelle a pelle favorisce il rilassamento, il sonno e ha effetti benefici sull’umore, sia della mamma che del bambino. 

La fascia Suavinex, disponibile in tre colori, offre comfort al piccolo e al genitore, oltre ad ampia versatilità grazie alla sua lunghezza di 4.9 m e alla composizione in cotone al 92% e all’8% di elastame

La sua lunghezza permette di poterla utilizzare con sicurezza e comodità nei primi mesi di vita, sin dalla nascita. 

Fascia porta bebé: come scegliere il tipo di legatura 

Il tipo di legatura deve essere scelto in base all’età del bambino e alla praticità, in relazione alle attività previste: soprattutto nei primi mesi di vita, dalla nascita fino agli 8 kg circa, è opportuno scegliere una posizione a stretto contatto, pelle contro pelle, come la posizione a canguro, mentre nei mesi successivi potremo utilizzare anche le altre legature come la legatura sulla schiena, dove il bambino verrà dolcemente cullato dall’andatura del genitore. 

Posizione a canguro 

La posizione a canguro è sicuramente quella più pratica, più sicura, ed adatta a tutte le età, dalla nascita fino ai 2 anni, ma adottabile anche oltre in base al peso del bambino. 

Per questa legatura il procedimento è molto semplice: 

  1. si prende la fascia nella sua metà e la si posiziona stesa in orizzontale sul torace (a seconda della fascia dovrebbe ricoprire tutto il busto del portatore);
  2. si passa posteriormente dove i due capi vengono fatti incrociare, passati sulle spalle e incrociati anche anteriormente, sotto la porzione di fascia precedentemente posizionata in orizzontale. 
  3. A questo punto è sufficiente avvolgerla intorno ai fianchi e legarla con un nodo sicuro. 

Il bebè viene posizionato anteriormente, “seduto” sui lembi di fascia che si incrociano anteriormente, avendo cura di stendere in modo uniforme i lembi della fascia dall’incavo delle ginocchia fino a ricoprire tutta le regione sacrale, sia da un lato che dall’altro.  La porzione di fascia orizzontale andrà poi a coprire il bambino, avvolgendolo in un morbido e rassicurante abbraccio

Questa posizione è molto importante perché, a differenza di altri dispositivi di trasporto dei bambini, ove il peso è distribuito solo sulla zona genitale e pertanto può favorire l’insorgenza di dermatiti da pannolino, infezioni delle vie urinarie e candidosi, la particolare posizione “seduta” che il bambino assume nella fascia permette invece di distribuire in modo uniforme il peso del bambino, dalla gamba alla regione sacrale, riducendo il carico solo sull’area genitale. 

Fascia porta bebè, i buoni motivi per utilizzarla 

Nei neonati il contatto pelle-a-pelle permette di mantenere stabile la temperatura corporea, regolarizzare la frequenza cardiaca e respiratoria, regolarizzare la glicemia e diminuire la secrezione degli ormoni dello stress, favorendo il rilassamento e il ciclo sonno-veglia.  

Nella madre favorisce l’allattamento al seno, ed è associato ad un migliore tasso di allattamento al seno, con conseguenti effetti benefici sul corretto sviluppo del microbiota intestinale e sullo sviluppo del sistema immunitario.  

Gli altri benefici della fascia porta bebè 

Non solo, i benefici non si fermano qui, andando a svilupparsi anche a livello osteoarticolare: la posizione cuore a cuore infatti favorisce il corretto sviluppo dei muscoli del rachide cervicale. 

Mentre la posizione delle gambe del bebè ottenuta con la fascia (posizione a “M”, ovvero con le ginocchia lievemente sollevate all’altezza del piano ombelicale), migliora la fisiologica conformazione della testa del femore centrandola nell’acetabolo (la cavità dell’anca) e previene lo sviluppo della displasia dell’anca. 

Anche sul piano dello sviluppo neuropsicomotorio, portare il bambino in fascia apporta numerosi  benefici, sia a breve che a lungo termine: aumenta l’interazione tattile con il genitore e aumenta la reattività del bambino alla voce e agli stimoli del genitore, oltre ad apportare  miglioramenti nel funzionamento socio-emotivo, nelle capacità cognitive e nella capacità di resistenza allo stress. 

Fonti: