Figli come moderni guru, veri e propri maestri di vita. Sì, i figli possono essere in grado di indicarci la strada, quella che magari abbiamo smarrito crescendo, sopraffatti dalla quotidianità e dalla routine. Ecco cosa mi hanno insegnato i miei bambini, e che sicuramente ti stanno insegnando i tuoi.

Pazienza

La prima cosa che scopri quando diventi madre o padre, è la scorta di pazienza che credevi di non avere. Improvvisamente ti ammansisci quando devi affrontare una coda alla posta o quando sei costretto ad affrontare qualcuno di davvero insopportabile. I bimbi richiedono tanta, tantissima pazienza se vuoi che le cose vadano nel miglior modo possibile. Pazienza per tutto, dall’alimentazione agli scatti di crescita, dai passaggi come lo spannolinamento all’andare in giro senza fascia o passeggino. E non mi addentro nel periodo dei terrible two, lì la pazienza può diventare titanica.

E allora perché non utilizzare questa grossa dote fornitaci dai figli per tutte le altre relazioni umane?

Stupore

I bambini si stupiscono di tutto, proprio di tutto. Ad esempio dell’arcobaleno nei bicchieri di vetro o vicino alle goccioline di una fontana. E ancora: un aereo che sfreccia nel cielo, uno scoiattolo al parco, la sirena dell’auto della polizia, i treni in stazione che vanno e che vengono, un cane che scodinzola, mamma e papà insieme all’uscita di scuola, l’ufficio di mamma e papà… Potrei andare avanti all’infinito e potresti farlo anche tu.

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Il fatto è che loro si stupiscono della vita, di cose che noi diamo colpevolmente per scontate, e il loro stupore ci consente di fermarci un attimo almeno e di sorridere e godere delle piccole cose.

Un altro bel regalo, no?

Curiosità

Mamma, come si fa a fare questa cosa? Mamma, perché il blu è blu? Perché? Perché?

Appena sono in grado di farlo, direi verso i tre anni su per giù, i nostri figli iniziano a chiederci conto di tutto, tutto. Qualsiasi cosa.

Devo ammettere che da quando sono madre ho scoperto di non sapere un mucchio di cose, nonostante gli anni di studio, la laurea e i tantissimi libri letti. Non basta. I figli sono degli esaminatori pignoli, tremendi, impossibile non farsi cogliere in fallo.

Ma noi genitori del nuovo millennio siamo fortunati, abbiamo Internet e smartphone e quindi possiamo rispondere ed imparare in tempo reale, magari mostrando video ed immagini a supporto delle nostre informazioni.

Praticamente un master in tuttologia!

Pensiero laterale

Recita Wikipedia:

“Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.

Mentre una soluzione diretta prevede il ricorso alla logica sequenziale, risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero laterale se ne discosta (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi prima di cercare la soluzione.”

Mio figlio più grande ha quasi 6 anni e da tempo riesce a risolvere alcuni problemi quotidiani proponendo o ispirando soluzioni che la mia mente adulta e un po’ stanchina non avrebbe potuto elaborare. Alcune volte si tratta di soluzioni assurde, inapplicabili o quasi. Altre volte mi risolvono la giornata.

Succede anche a te?

Incertezza

Incertezza e imprevisti sono all’ordine del giorno fin dal momento in cui compaiono le lineette del test di gravidanza. Da quel momento e per sempre impari, giorno dopo giorno, che pianificare è una cosa meravigliosa ma che dovrai vivere facendo lo slalom.

L’incertezza che ci “regalano” i figli non è per forza qualcosa di negativo, almeno non lo è per me. Quando saltano i piani per un malanno o qualsiasi altra cosa, mi accorgo che probabilmente stavo sbagliando l’ordine delle priorità e mi rimetto in contatto con quello che conta davvero. Questo ridimensiona problemi di lavoro che credevo insormontabile, ad esempio.

I figli e i loro imprevisti sono dei coach a nostra disposizione, basta mettersi in ascolto delle loro esigenze e soprattutto di noi stessi.